venerdì 26 novembre 2010

Lo sapevate che … a Piazza Navona

Quando si arriva a Piazza Navona l’occhio è talmente attratto dalle fontane, dal palazzo Pamphilj, dalla chiesa di Sant’Agnese in Agone, dalla folla di turisti che sciama per la piazza che non si ha tempo di cercare i piccoli particolari. E anche io, se non fosse stato per quel curiosone dell’amico Lello, chissà quando mi sarei accorto di quella piccola testa di marmo incastonata tra due finestre del secondo piano del palazzetto al civico 34. Di chi sarà? Io non lo so, anzi, se qualcuno dei miei lettori ne sapesse qualcosa e me lo facesse sapere mi farebbe cosa gradita.

L’unica notizia in mio possesso me l’ha fornita sempre l’amico Lello che l’ha carpita a una portiera della piazza. Sembra che nel XVI secolo un papa (forse, visto il suo carattere, Sisto V) vestito in borghese frequentasse a volte le botteghe della piazza per sapere cosa il popolo pensasse di lui. Un oste che era solito dire peste e corna del papa fu fatto decapitare. Gli altri bottegai, non potendosi ribellare, posero la testina a ricordo.

Storia o leggenda? Aspetto risposte!

martedì 23 novembre 2010

Lo sapevate che … a San Pietro in Vincoli

Nella basilica di San Pietro in Vincoli in fondo alla navata destra si trova il più che incompleto Mausoleo di Giulio II in cui spicca l’imponente statua di Mosé dall’atteggiamento fiero, dall’espressione pensosa e dalla fluentissima barba.

Ecco: la barba!

A guardarla bene, con una certa luce e nella giusta angolazione nasconde una sorpresa.

Spostatevi un po’ sulla sinistra, osservate attentamente la fluente barba e scoprirete che ci sono due piccole facce in altorilievo, quella del papa Giulio II e quella di Michelangelo. Più grande, sulla guancia destra, quella del Papa, più piccola, e tutta contenuta nel ricciolo sotto il labbro inferiore, quella di Michelangelo.

Non è semplicissimo notarle, ma se guardate bene la foto sarete facilitati nella ricerca.

Comunque fidatevi: le facce ci sono!

PS: La foto è sgranata, me è stata scattata a 1600 ISO, F/4,8, 1/40 sec. e zoom digitale attivo

giovedì 18 novembre 2010

Lo sapevate che… al Pantheon


Il Pantheon è universalmente noto, molto frequentato e fotografato da romani e da turisti, e quindi si pensa che non nasconda segreti. Invece penso che la stragrande maggioranza dei visitatori non sappia che è stato da vari autori antichi e moderni collegato, a ragione, al cielo e al sole e quanto segue è un esempio di questo collegamento.

Se guardate in alto noterete, a metà della distanza che va dai vostri piedi al foro, un vistoso cornicione che, se immaginiamo che l'intradosso della cupola sia la volta celeste, rappresenta l'equatore celeste.

Nel cielo l'equatore celeste viene attraversato dal sole due volte l'anno: il 21 marzo e il 21 settembre (equinozio di primavera ed equinozio d'autunno): ebbene in questi due giorni nel Pantheon avviene un fenomeno molto interessante.

Come si vede nella foto ogni giorno vi penetra, attraverso il foro, un raggio di sole che disegna all'interno della cupola un ovale di luce che durante l'inverno non scende mai al di sotto del cornicione mentre in estate scende a illuminare il pavimento. Nei giorni degli equinozi l'ovale di luce scende lentamente lungo la cupola e a mezzogiorno raggiunge il cornicione per poi risalire appena il mezzogiorno è passato. L'ovale di luce cioè si colloca sul cornicione per pochi istanti così come il sole attraversa l'equatore celeste in quelle date.

Lo sapevate? Ah, beninteso quanto detto è visibile solo se la giornata è solatia. Se dovesse essere nuvoloso allora è necessario programmare un’altra visita!

mercoledì 10 novembre 2010

Basilica dei SS. Apostoli – L’elogio criptato


Di sicuro conoscete tutti la basilica dei SS. Apostoli e quindi avrete notato che sulla balaustra che sormonta il portico ci sono 13 statue su piedistallo che raffigurano Gesù con i dodici Apostoli. Sui piedistalli, anche se non tutte perfettamente leggibili, sono incise le seguenti lettere:

F L D L C S O T C E C V B

Ebbene, queste lettere costituiscono l’elogio, criptato per non urtare la suscettibilità del papa, che l’architetto Carlo Rainaldi volle fare per ringraziare il cardinale Lorenzo Brancati di Lauria che aveva pagato di tasca sua la realizzazione delle statue. Esse sono infatti le iniziali della seguente frase:

Frater Laurentius De Laureolo Consultor Sancti Officii Theologus Cardinalis Episcopus Custos Vaticanae Bibliotecae

sabato 6 novembre 2010

Lo sapevate che….a Piazza di Pietra


Siate sinceri! Quanti di voi sanno che a piazza di Pietra tra le undici colonne del Tempio di Adriano si cela un bassorilievo raffigurante un Cristo in croce?

Ebbene, se lo sapete vi dico “Bravi!” perché conoscete Roma anche nei particolari più nascosti, se non lo sapete, fidatevi, c’è!

Mettetevi di fronte alla quarta colonna da sinistra e “all’altezza di fors’oltre i venticinque palmi”, più o meno 5,50 metri da terra (1 palmo romano corrisponde a 22,34 cm.), vedrete un Cristo in croce di piccole dimensioni, scolpito chissà quando.

Ovviamente non se ne conosce l’autore, vi posso solo dire che lo scultore Giuseppe Obici, autore della statua della Madonna in cima alla colonna dell’Immacolata, lo reputava di epoca bizantina.

martedì 2 novembre 2010

San Salvatore alle Coppelle - Una buca per le denunce


Una curiosa targa, corredata di buca per inserire i messaggi, si trova sul fianco sinistro della chiesa di San Salvatore alle Coppelle. Tanto per cambiare la targa è molto deteriorata e basta osservare la foto per vedere che il degrado aumenta ogni giorno. Ma siamo alle solite: l’incuria della gente, l’inesistenza dei controlli e la totale assenza delle istituzioni stanno cancellando il ricordo visivo di un pezzo di storia della nostra città.

In vista del Giubileo del 1750 era grande la preoccupazione che si potessero verificare casi di malattia tra la moltitudine dei pellegrini che sarebbero venuti a Roma. E allora il Cardinal Vicario Guadagni, sulla base di un editto emanato il 17 dicembre 1749, pensò bene di far predisporre una buca sul fianco sinistro della chiesa di San Salvatore alle Coppelle facendo incidere anche un’epigrafe nella quale era ricordato l’obbligo imposto ad albergatori e locandieri di denunciare tutti quelli che si ammalavano alla confraternita della Divina Perseveranza. L’obbligo di denuncia fu imposto agli albergatori sin dall’istituzione della Confraternita nel 1663 e fu più volte rinnovato dai vari pontefici succedutisi nel corso degli anni ma era molto spesso disatteso a causa dell’insufficiente sanzione penale, solo sei scudi di multa che gli albergatori potevano facilmente pagare “appropriandosi gli oggetti lasciati dagli altri che muoiono”.

Ma perché questa buca fu posta proprio e solo sul fianco di questa chiesa e non anche in altre chiese? Presto detto: in questa chiesa aveva la sede la Confraternita delle Divina Perseveranza. Questa Confraternita aveva lo scopo dl accompagnare il Santissimo Sacramento quando veniva portato ai malati e in particolar modo di assistere i forestieri che si ammalavano nelle locande e negli alberghi. I confratelli dovevano visitare giornalmente i malati e informarsi sulla natura della malattia e sulle loro necessità, fare l’inventario delle loro cose e averne cura, trasferirli negli ospedali, fornire loro tutti i conforti religiosi; in caso di morte dovevano fare in modo che fosse data cristiana sepoltura e che fossero avvisati i parenti a cui si dovevano consegnare tutti gli avere del defunto. L’opera della Confraternita era considerata “di molto buon esempio nella città e di grande edificazione nei paesi lontani, ai quali si estende così pietosa la romana umanità”.