giovedì 28 ottobre 2010

Ale e Franz


Mentre sul piccolo schermo propongono una nuova stimolante scommessa in onda su Italia 1- ‘Sketch Show’- la nuova sitcom che esalta, viviseziona, trasforma e reinventa lo sketch in un connubio comico di mini storie ambientate in esterna e in studio, prende avvio la tournée di Aria precaria, regia di Leo Muscato, che li vedrà calcare i palcoscenici d’Italia a partire dal Teatro Olimpico di Roma, per proseguire poi a Firenze, Bologna, Torino, Genova…
Lo spettacolo, suddiviso in dieci episodi, vede Ale & Franz attraversare situazioni surreali, grottesche e paradossali ma anche teneramente realistiche.
Dieci incontri, a volte scontri, altre volte attese. Dieci fasi della vita, su cui ridere, sorridere, ma anche riflettere. Incontri paradossali in cui l’ordinaria vita di ogni giorno è messa di fronte a uno specchio deformante che ne rivela tutte le contraddizioni. Due uomini – in alcuni casi amici, in altri nemici, ogni tanto sconosciuti - incrociano i loro destini sul ciglio di una strada, in un rumoroso nido d’ospedale, su una panchina al fresco di un parco, nell’asetticità di un call center, in una fiduciosa sala d’aspetto, in una vitalissima bocciofila, o sul cornicione di un palazzo. Luoghi sospesi a mezz’aria fra il serio e il faceto; luoghi in cui l’aria che si respira è a volte dolce, altre volte salata, molto spesso precaria.
Attraverso dei meccanismi di surreale comicità, i due uomini si mostrano nei loro aspetti più ridicoli, nelle loro più assurde ostinazioni, semplici contraddizioni; ma anche nelle umane fragilità, in cui ogni spettatore potrà riconoscersi. Tutto questo all’interno di un bianco spazio astratto, una sorta di camminamento in bilico dal niente verso il tutto, uno spazio fra il concreto e l’assurdo che di volta in volta la luce trasformerà in un luogo diverso, un altrove dentro cui lasciarsi andare con l’immaginazione e abbandonarsi finalmente a una risata.

Paola Cortellesi


Maschi contro Femmine è una commedia che ruota intorno al tema del conflitto tra uomini e donne. Le scene delle quattro trame principali si avvicendano di continuo, toccandosi in più punti e creando intersezioni serrate tra le storie.
Walter (Fabio De Luigi) e Monica (Lucia Ocone) sono una giovane coppia alle prese con il primo figlio. Come molti nella loro situazione, hanno completamente sospeso le loro interazioni sessuali. Gli amici di Walter lo incoraggiano a sfogare gli istinti con un’avventura disimpegnata, ma Walter inizialmente non vuole sapere. Purtroppo il suo lavoro non lo incoraggia alla fedeltà: è allenatore di una squadra di pallavolo femminile di serie A ed è quotidianamente messo alla prova da un tripudio di belle ragazze. In particolare, la sua migliore schiacciatrice, la bella Eva Castelli (Giorgia Würth), dopo una serie di approcci più o meno espliciti, riesce a trascinarlo tra le lenzuola. Ma incapace – come molte donne – di pensarsi come l’amante di una notte, Eva vuole strappare l’allenatore al tetto coniugale, e per farlo ricorre a trabocchetti, minacce, crisi isteriche. La vita di Walter sembra rovinata, ma…
Chiara (Paola Cortellesi) e Diego (Alessandro Preziosi) sono due vicini di casa, molto diversi tra loro: Chiara è una giovane infermiera molto rigorosa, graziosa ma poco appariscente, dedica tutto il suo tempo libero alla causa ecologista. Diego è un quarantenne misogino, ben vestito, proprietario di un bar molto ben frequentato, e fa la vita del perfetto playboy, portando ogni sera a casa una ragazza diversa e straniera. Quando si incontrano in ascensore, i due godono nel farsi guerra a colpi di battute caustiche. Un giorno il destino li porta a un incontro più ravvicinato, durante il quale Chiara, da generosa infermiera, si vede costretta a soccorrerlo con un massaggio alla spalla. Diego non perde occasione per fare quello che sa fare meglio, cioè provarci. Offesissima da questo gesto superficiale e misogino, la ragazza lo respinge. Da quel giorno in poi Diego precipita in un inspiegabile stato di impotenza sessuale che gli causa la rovina della reputazione. E allora…
Marta (Chiara Francini) e Andrea (Nicolas Vaporidis) sono due migliori amici che condividono uno sgangherato appartamento. Marta è lesbica, Andrea è etero, entrambi sono appena stati lasciati sotto lo sguardo divertito del terzo inquilino, il sarcastico Ivan (Paolo Ruffini). Ma la depressione dura ben poco, perché entrambi si innamorano di nuovo. Dopo un giro di equivoci scoprono di essersi innamorati della stessa ragazza, Francesca (Sarah Felberbaum), la quale, messa alle strette, ammette di essere in una fase di confusione sessuale. Andrea è fermamente convinto che di base sia etero. Marta è certa che sia una lesbica doc. Una sfida tra loro comincia…
La madre di Andrea, Nicoletta (Carla Signoris), è una ex-bella donna in crisi di mezza età. Dopo aver scoperto che il marito la tradiva (Francesco Pannofino) con una giovane cubana, lo sbatte fuori di casa e cade in uno stato catatonico. La sua collega Paola (Nancy Brilli) sembra aver risolto i suoi problemi con la chirurgia plastica. Fermamente restia alla chirurgia, Nicoletta dopo una serie di umiliazioni decide di ricorrere anche lei come le altre sue coetanee al tagliando chirurgico. Ma l‟amore del timido Renato (Giuseppe Cederna), un collega al di sopra di ogni sospetto, potrebbe salvarla dai ferri.

martedì 26 ottobre 2010

Una curiosa buca per l’elemosina


I muri del centro di Roma sono pieni di epigrafi curiose, “strane”, che raccontano pezzi di storia della nostra città e che, a causa dell’incuria della gente e delle istituzioni, rischiano di essere spazzate via. Sul fianco destro della chiesa di San Gregorio della Divina Pietà (o San Gregorio a ponte Quattro Capi) c’è, ormai quasi illeggibile, la targa riportata nella foto su cui è scritto “ELEMOSINE PER POVERE ONORATE FAMIGLIE E VERGOGNOSE” corredata di buca per le offerte.

A differenza delle tante confraternite sorte a Roma con lo scopo di aiutare le più svariate categorie di poveri bisognosi di aiuto (vedove, orfani, storpi, bambini abbandonati ecc.) la Congrega­zione degli Operai della Divina Pietà si era assunta infatti il compito di assistere con discrezione nobili e borghesi che, caduti in disgrazia, non avevano nemmeno il coraggio di chiedere un aiuto. Gli Operai della Divina Pietà inizialmente erano 14, uno per ogni rione, e mendicavano sulla porta delle chiese o giravano per le botteghe per raccogliere offerte. Preferivano soccorrere il prossimo secondo il bisogno di ciascuno piuttosto che con piccole elemosine, preferivano sostenere in tutto poche famiglie che aiutarne molte in modo limitato. Erano molto solerti nel proteggere quella che oggi chiamiamo privacy delle famiglie bisognose: quattro confratelli po­tevano distribuire soccorsi senza far sapere il nome di chi li riceveva. Oltre al denaro si davano anche canapa e lino che venivano filati dalle famiglie assistite a cui andava il ricavato della vendita del prodotto finito fatta dagli Operai.

Sotto Benedetto XIII Orsini la Congregazione si trasferì nella chiesa di San Gregorio a ponte Quattro Capi, detta anche San Gregorietto per le sue piccole dimensioni, che prese quindi il nome di San Gregorio della Divina Pietà

sabato 23 ottobre 2010

Sarah Felberbaum


Maschi contro Femmine è una commedia che ruota intorno al tema del conflitto tra uomini e donne. Walter (Fabio De Luigi) e Monica (Lucia Ocone) sono una giovane coppia alle prese con il primo figlio. Come molti nella loro situazione, hanno completamente sospeso le loro interazioni sessuali. Chiara (Paola Cortellesi) e Diego (Alessandro Preziosi) sono due vicini di casa. Sono come il giorno e la notte. Marta (Chiara Francini) e Andrea (Nicolas Vaporidis) sono due migliori amici che condividono uno sgangherato appartamento. Marta è lesbica, Andrea è etero, entrambi sono appena stati lasciati sotto lo sguardo divertito del terzo inquilino.Nelle rocambolesche avventure quotidiane dei nostri protagonisti incontriamo gli amici di sempre Marcello (Claudio Bisio) un chirurgo plastico, Piero (Emilio Solfrizzi) un benzinaio divertente e un po’ volgare e Anna (Luciana Littizzetto).

domenica 17 ottobre 2010

Serena Grandi...sempre provocante...


Nell’ultimo film di Pupi Avati, nel ruolo della zia Amabile c’è Serena Grandi.
Il suo vero nome è Serena Faggioli ed è nata a Bologna il 23 marzo 1958; è un'attrice e personaggio televisivo italiana, famosa per essere stata una icona dello spettacolo e un sex symbol del cinema degli anni ottanta e novanta. Per il suo corpo giunonico dal seno da maggiorata fisica, è stata considerata una fra le principali pin-up italiane.
Dopo le scuole dell'obbligo si diplomò come programmatrice informatica, e oltre a seguire corsi di lingua inglese, iniziò a lavorare in un laboratorio di analisi. Con il sogno della recitazione partì per Roma con destinazione Cinecittà. Dopo aver seguito corsi di dizione e recitazione, partecipò ad alcuni stage con registi americani, dove imparò a destreggiarsi in un set, e iniziò ad ottenere le prime particine sexy in commedie come Pierino la Peste alla riscossa e Sturmtruppen 2 - Tutti al fronte e nell'horror cult Antropophagus di Joe D'Amato.
Nei primi anni di carriera cinematografica utilizzò lo pseudonimo di Vanessa Steiger. Il cognome Grandi, adottato poi all'interno del secondo nome d'arte, era quello della madre. Una delle prime volte che la si ricorda con il suo cognome è in una partecipazione a Il cappello sulle ventitré, in cui eseguì uno strip tease.
Nel 1985 l'incontro con il regista Tinto Brass, che la sceglie come protagonista del film Miranda, le fa conquistare la notorietà e il successo. Nell'immaginario collettivo diventò l'icona dell'abbondanza casereccia di forme prorompenti. Nei film seguenti come La signora della notte, L'iniziazione, Desiderando Giulia, continuò ad interpretare il ruolo che Brass le aveva cucito addosso, quello di donna ambigua che si destreggia fra i numerosi amori e i molteplici tradimenti.
Ha lavorato anche con Dino Risi in Teresa, con Sergio Corbucci in Roba da ricchi e Rimini Rimini, e nel ruolo di assoluta protagonista con Lamberto Bava nel thriller Le foto di Gioia, dove ritroverà George Eastman attore con cui recitò in Antropophagus. Per quel film canterà anche il brano della colonna sonora scritta da Simon Boswell, che uscirà in formato LP e picture disc.
È stata sposata con Beppe Ercole, dal quale nel dicembre del 1989 ha avuto un figlio, Edoardo.
Saltuariamente comunque torna al cinema, come nel 1998, di nuovo con Tinto Brass in Monella e con Luciano Ligabue in Radiofreccia. In televisione ha interpretato diverse fiction nel periodo di suo maggior successo, fra le quali Il Prezzo della Vita e Donna d'onore grazie alla quale vinse un Telegatto.
Nel 2004 ha partecipato come locandiera a Il Ristorante, reality show di Raiuno, in onda dal 21 dicembre.
Il 29 marzo 2006 a Roma ha debuttato come scrittrice con la presentazione alla stampa del suo primo romanzo: L'amante del federale. Dopo 10 anni di distanza dalla sua ultima apparizione cinematografica, ritorna sul grande schermo nel film del prolifico regista Pupi Avati Il papà di Giovanna, che sarà presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Sempre nel settembre 2008 è nel cast della miniserie televisiva Una madre trasmessa su Rai Uno. È poi guest star del secondo episodio della serie tv di SKY Quo vadis, baby? ideata da Gabriele Salvatores.

venerdì 15 ottobre 2010

Gaspare e Zuzzurro...rievocano il DRIVE IN!


Sono passati quasi trent'anni da quando i due "funambolici folletti" della risata calcavano le scene di quella che è diventata la trasmissione televisiva cult degli anni '80 al grido di "Ce l'ho qui la brioche!!!!"
Da oltre trent'anni , tra televisione e teatro, i nostri due attori, al secolo Andrea Brambilla e Nino Formicola, leggono e rileggono la nostra quotidianità. Eccoli in scena nello spettacolo " Non c'è più il futuro di una volta", uno spettacolo in un atto unico che attinge a piene mani dal brogliaccio del cabaret, con battute a tutto spiano su politica, cultura e attualità.
La storia è quella di due attori comici a cui viene chiesto di tornare in tv dopo tanto tempo. Uno dei due, Gaspare, è molto ottimista, pronto ad entrare nella "Tv del terzo millennio", una tv dove bisogna assolutamente esserci perché: "Se ti vogliono lì sei ancora vivo". Ma l'altro, Zuzzurro, è ancora legato alla tradizione e ai vecchi schemi; da qui una sequenza infinita di battute dal ritmo incalzante dove i due si scontrano tra tradizione e innovazione: Gaspare tra i due è quello giovanilista, ha un bar (un "avabar" come lo chiama lui) con internet e Facebook. È al passo con i tempi e con la tecnologia; l'altro non ha nessuna smania di modernità, crede ancora che il PC sia un unico superstite del Partito Comunista, ecco quindi Gaspare che scalpita e Zuzzurro che recalcitra.
Prendendo spunto dalla realtà, cercando di trovare una nuova idea che possa far ridere in questo benedetto terzo millennio, lo spettacolo vira al sociale, denuncia a suo modo le incomprensioni tra i vecchi modelli e le nuove modalità. Così nascono situazioni paradossali tipiche della coppia comica e, tra una battuta e l'altra, cercano una chiave, un suggerimento, una password (tanto per essere tecnologici) per adeguarsi, per imparare a stare al passo con i tempi, per tenerci strette le nostre peculiarità umane, i nostri esilaranti difetti e i nostri incredibili pregi.
Ma quale è davvero l'idea nuova, il format giusto? Cosa funzionerà davvero e soprattutto cosa piacerà al nuovo spettatore ormai svezzato a tutto? Bisogna trovare la chiave giusta, passando prima in rassegna mille idee, ascoltando anche gli avventori del b@r che sono ormai succubi della televisione ("Scommetti che tutti sanno come sono le Tagliatelle di Nonna Pina??? Scommetti che tutti sanno Il Coccodrillo come fa??" chiede Gaspare a un Zuzzurro preoccupatissimo da quanto chi risponde abbia ancora diritto al voto!), per poi passare in rassegna ai grandi classici, dalla Divina Commedia di cui la diritta via "Senza il Tom Tom era davvero smarrita" a Biancaneve chiusa nella sua teca di vetro. Ma l'idea originale, alla fine, è sempre la più semplice. Sul finale, in scena appare Gaspare con quella che è l'idea, "Non serve tecnologia, serve solo un vecchio trench" proprio come facevano a Drive In per poter capire che, in realtà, "Il futuro è già passato, non è più come si credeva una volta!"

mercoledì 13 ottobre 2010

Omaggio a San Nasone




San Nasone. Se lo cercate nel Martyrologium Romanum non ne troverete traccia.

Questo però non vuole dire che non esiste. È un santo romano a cui i romani e i turisti sono molto riconoscenti e nelle calde giornate estive è sinceramente invocato e avidamente cercato. In città si manifesta spessissimo: può apparire in mezzo a una piazza, oppure in qualche angolo nascosto della vecchia Roma; a volte non si fa vedere subito, anche perché coperto dalle onnipresenti infestanti automobili, allora emette un gorgoglio per attirare l’attenzione e invitare il passante a cercarlo. Generalmente assume la forma di un cilindro di ghisa alto più o meno un metro alla cui metà sporge una protuberanza curvilinea dalla quale fuoriesce un nettare celestiale che il nostro santo, protettore degli assetati, distribuisce a piene mani: l’acqua di Roma, la “più bbona der monno”, sempre fresca e rinfrescante, saporita, disponibile e soprattutto “gratise”! Intorno a lui, nelle calde giornate estive, gente accaldata si accalca per ricevere il suo prezioso nettare. C’è chi riempie una bottiglietta, chi beve usando un bicchiere, chi mette una mano a conca e da quella beve. C’è infine il romano verace che, con l’aria di quello che “mo’ ve faccio vede io”, tappa il foro d’uscita dell’acqua e beve dallo zampillo che esce dal forellino posto circa a metà del “nasone”. Avrete tutti capito che sto parlando della mitica fontanella romana, “Er Nasone”, un dono della nostra città a tutta la varia umanità che ci vive, ci lavora o la visita.

martedì 12 ottobre 2010

Francesca Neri e il nuovo film di Pupi Avati


Per la terza volta insieme sul grande schermo: Francesca Neri è dall’8 ottobre in tutte le sale italiane con il nuovo film di Pupi Avati, Una sconfinata giovinezza al fianco di Fabrizio Bentivoglio.
Terzo film insieme, appunto, dopo La cena per farli conoscere del 2006 e Il papà di Giovanna nel 2008.
È l'attuale compagna di Claudio Amendola, con il quale a ha avuto anche un figlio, Rocco;
Nata a Trento, il 10 febbraio 1964.
Studia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e ottiene la sua prima parte nel 1987 ne Il grande Blek, regia di Giuseppe Piccioni.
In quel periodo comincia una lunga relazione con il produttore Domenico Procacci.
In seguito lavora nel 1988 in Bankomatt con Bruno Ganz e per Luigi Comencini nel 1989 in Buon Natale... buon anno ma si impone alla critica ed al pubblico grazie alla recitazione ed anche alla sua bellezza eterea ed al suo sguardo distante con il controverso Le età di Lulù (1990), regia di Bigas Luna, che la fanno conoscere anche al pubblico spagnolo.
Nel 1991 è la protagonista in Pensavo fosse amore, invece era un calesse di Massimo Troisi che le porta il primo Nastro d'Argento e negli anni successivi gira il non eccezionale Al lupo, al lupo di Carlo Verdone. È poi la volta di Sud del 1993 di Gabriele Salvatores, in cui è l'unica protagonista femminile ed il difficile Spara che ti passa con Antonio Banderas e la regia di Carlos Saura.
Successivamente lavora in commedie di Antonio Luigi Grimaldi, Alessandro Benvenuti e con ruoli più impegnati in La mia generazione di Wilma Labate nel 1996 e Le mani forti di Franco Bernini del1997.
Sempre in quest'anno interpreta Elena, la protagonista femminile di Carne trémula di Pedro Almodóvar e vince il secondo Nastro d'Argento come migliore attrice.
Successivamente ottiene dei buoni ruoli in Matrimoni di Cristina Comencini nel 1998 e l'anno successivo ne Il dolce rumore della vita di Giuseppe Bertolucci ed in Io amo Andrea di Francesco Nuti.
Nel 2000 lavora in produzioni americane con delle apparizioni in Hannibal di Ridley Scott (il seguito de Il silenzio degli innocenti), nella parte di Allegra, moglie dell'ispettore interpretato da Giancarlo Giannini, e in Danni Collaterali di Andrew Davis del 2001. In seguito gira alcuni film con registri stranieri (Hotel di Mike Figgis, Ginostra di Manuel Pradal).
Nel 2002 gira La felicità non costa niente di Mimmo Calopresti e l'anno successivo interpreta una presentatrice senza scrupoli in Il siero della vanità di Alex Infascelli.
Nel 2006 è impegnata nel film di Pupi Avati La cena per farli conoscere, con cui lavora di nuovo nel 2008 interpretando il difficile ruolo di Delia, madre di Giovanna in Il papà di Giovanna.
Da poco ha iniziato a lavorare come produttrice, debuttando con il film Melissa P.
Nel 1999 affianca Adriano Celentano nella conduzione della trasmissione Francamente me ne infischio su Raiuno, riscuotendo ottimo successo; l'anno seguente interpreta nel programma serale Alcatraz la ragazza di un personaggio virtuale condannato a morte in un carcere americano, programma che scosse l'opinione pubblica per le immagini mandate in onda.

giovedì 7 ottobre 2010

IL FONTANONE DEL GIANICOLO


Propongo un piccolo QUIZ ai miei (pochi) lettori.

Da dove è stata scattata la foto del “Fontanone” qui riprodotta?

Ovviamente non si vince niente, sola la soddisfazione di essere tra "color che sanno”!

Beh, intanto che ci pensate vi fornisco qualche notizia in modo che quando ci passerete davanti lo guarderete meno distrattamente.

Il Fontanone del Gianicolo è stato definito un insieme di scogli dominato da animali araldici; il Drago e l’Aquila presenti nello stemma dei Borghese sono onnipresenti, perfino i pilastrini che circondano la conca hanno effigiate aquile e draghi in ordine alterno, un particolare distintivo unico: nessuna fontana romana può vantare un simile primato.

La mostra dell'Acqua Paola, conosciuta dai romani come "Fontanone del Gianicolo", fu voluta da papa Paolo V Borghese non appena eletto al soglio pontificio. Paolo V pensò di restaurare le rovine ancora esistenti dell'Acquedotto Traiano, in modo da riutilizzare le molte parti dell’acquedotto che ancora erano in piedi, e quindi ricostruire solo i tratti mancanti. L'obiettivo era riportare l'acqua a Trastevere, ma anche rifornire il Vaticano e le fontane di piazza San Pietro. I lavori furono affidati a Giovanni Fontana e ci vollero tre anni prima che l'acqua zampillasse sul Gianicolo. Il prospetto monumentale del terminale dell'acquedotto, la “Mostra”, è ugualmente opera del Fontana che si avvalse della collaborazione di Flaminio Ponzio.

Il prospetto è composto da tre ampie nicchie centrali che sono fiancheggiate da altre due minori da dove sgorga fragorosamente l'acqua che si riversa nella sottostante enorme vasca di marmo, che fu fatta aggiungere da Alessandro VIII e fu realizzata da Carlo Fontana in sostituzione delle cinque piccole conche originarie. Al di sopra si eleva l'attico sormontato da una nicchia ad arco con lo stemma del papa sorretto da due geni alati. Nell’attico è posta una lastra marmorea per commemorare l'opera del pontefice. L'iscrizione contiene però una piccola inesattezza. Si afferma che per condurre l'acqua Paola fu restaurato l'antico acquedotto dell'acqua Alsietina, cioè proveniente dal lacus Alsietinus, attuale lago di Martignano, mentre fu quello dell'acqua Traiana proveniente dal lago di Bracciano..

Le avventure della fontana furono parecchie. Quando si fece la prova d’uscita dell’acqua questa venne fuori con tale violenza che ruppe la balaustra di marmo precipitando a valle; durante l’assedio di Roma del 1849 i francesi tolsero l’acqua e gli zuavi sfruttavano la capace conca, riparata com’era dal sole, per schiacciare il “pisolino” pomeridiano, ma si ritrovarono tutti a mollo quando il comandante, temendo che i patrioti potessero sferrare un attacco passando attraverso le condutture vuote, dette l’ordine di riaprire il flusso dell’acqua.

Un’ultima curiosità. I romani furono contenti dell’acqua Paola, ma incominciarono subito a “sfotterla”: erano abituati ad avere acque ferruginose, acidule, acetose e non gradivano questa acqua che non aveva alcun sapore, serviva solo a dissetare e a lavare, per cui coniarono subito il detto “è come l’acqua Paola” per indicare una cosa che non sa di nulla.