martedì 28 dicembre 2010

I KATAKLO' A ROMA


Al Teatro Vittoria dal 21 dicembre al 9 gennaio lo spettacolo Love Machine dei Kataklò.

Difficile descrivere uno spettacolo dei Kataklò a chi non sa di cosa stiamo parlando.

Kataklò deriva da un termine greco che significa “io ballo piegandomi e contorcendomi” e già da questo si possono capire alcune caratteristiche dello spettacolo: una danza che fonde insieme le caratteristiche fisiche ed atletiche di 8 ballerini, che si dimenano senza sosta mettendo in evidenza le loro incredibili doti.

L’ultimo spettacolo, ideato dalla fondatrice del gruppo, Giulia Staccioli, si intitola “Love Machines” al grande Leonardo da Vinci, rendendo omaggio ai suoi studi sul corpo umano e sulle macchine.

Nel buio, in un paesaggio quasi irreale, appaiono due esploratori, che vedono, anzi intravedono, il mondo solo attrevarso una piccola luce posta su un occhio. In questa oscurità scoprono strani oggetti con il piano superirore inclinato, immense strutture che vanno analizzate e scoperte, al cui interno vivono delle persone in carne ed ossa capaci di camminare, reagire, amare e lottare. Il piano obliquo delle macchine (sei strutture di circa due metri che vengono spostate e ruotate dai ballerini continuamente per tutta la durata dello spettacolo) dà luogo a delle coreografie ad alta difficoltà, dove ancora una volta la bellezza dei corpi e la loro potenza fisica fa da protagonista, dove tutti e 8 i ballerini (4 donne e 4 uomini) compiono delle evoluzioni con grande precisione ed eleganza come se fossero dei movimenti del tutto naturali. Affrontano questa pendenza come degli scalatori, dapprima andando avanti con mille incertezze e in precario equilibrio per poi prendere confidenza con l’impervio declino fino a conoscerlo in ogni minimo dettaglio.

Gli esploratori, inizialmente incuriositi da coloro che popolano le macchine, iniziano ad interagire con loro, quasi incuriositi dalla loro giocosità e dai loro sentimenti, comuni a tutti gli esseri umani, quelli dell’invidia, della rabbia, della rivalità ma anche dell’amore e della forza.

70 minuti di spettacolo incredibile, con una musica bellissima creata per l’occasione da Sabba d.j, 70 minuti da togliere il fiato, dove la bravura, l’eleganza e la precisione impeccabile dei movimenti, ma soprattutto questa incredibile forza fisica degli 8 perfomers si fondono insieme in un connubio da pelle d’oca. Bravi, bravissimi tutti ma un grande applauso va alla coreografa e ideatrice che, come sempre, riesce a stupirci con queste fantastiche creazioni.

Un altro mondo – Silvio Muccino




Cosa potrebbe succedere ad ognuno di noi se all’improvviso l’equilibrio quotidiano, la nostra vita fatta di amici, lavoro, divertimenti, impegni diventasse inaspettatamente tutta un’altra cosa… Andrea, interpretato da Silvio Muccino che ne firma anche la regia, è il protagonista di questo viaggio emozionale nei percorsi più intimi della propria esistenza. Un ragazzo di 28 anni che scopre un senso nuovo della vita, che si lascia per un po’ alle spalle le agiatezze e la tranquillità per conoscere e avvicinarsi, senza troppa convinzione, ad un’esistenza completamente sconosciuta e nuova, fatta di sentimenti più reali forse, più naturali e spontanei. “Un altro mondo”, tratto dall’omonimo romanzo di Carla Vangelista, già autrice del libro “Parlami d’amore” che ha segnato l’esordio di Silvio Muccino regista, arriva sugli schermi dopo due anni di lavoro. Un periodo nel quale si è cercato di cogliere e raccontare la forza di una storia semplice, ma piena di significato: la diffidenza verso l’ignoto e verso una dimensione tutt’altro che cercata diventa incipit per un viaggio di trasformazione e di crescita, di presa di coscienza di tutto quello che di bellissimo ci può essere nella sola esperienza di vivere lontano dalle sovrastrutture più comuni, dalle categorie comode sulle quali ci si adagia per il solo timore di fare scelte diverse. Il film, interpretato tra gli altri da Greta Scacchi, Isabella Ragonese, Maya Sansa e dal piccolo Michael Rainey Jr, pone il giovane protagonista di fronte una realtà ignota: figlio di genitori separati, con una madre anaffettiva e incapace di dimostrare amore e un padre che non vede più da vent’anni e che in punto di morte gli chiede di raggiungerlo in Kenya. Ed è proprio qui che inizia l’avventura di Andrea che deve inaspettatamente decidere se far spazio nel suo cuore per il piccolo Charlie, il bimbo di otto anni e suo sconosciuto fratellastro di cui si scopre tutore legale, o proseguire la sua vita di sempre e tornare a casa, cancellando tutto. Il bisogno di una scelta, di un cammino che porta necessariamente ad indagare dentro se stessi, nelle proprie fragilità, negli angoli oscuri in cui spesso con razionale inconsapevolezza si sceglie di non voler vedere.

lunedì 27 dicembre 2010

La Banda dei Babbi Natale


Dal 17 dicembre

Regia di Paolo Genovese


Che cosa ci fanno Aldo, Giovanni e Giacomo, vestiti da Babbi Natale la notte della vigilia in un commissariato di Polizia, pronti tutti e tre a dichiararsi innocenti? Sicuramente non sono lì per aver svaligiato un appartamento, malgrado vengano scambiati per una banda di topi d'appartamento, sopratutto perché presi in flagrante sul cornicione di un palazzo, con tanto di piede di porco in tasca!

I tre malcapitati amici sono pronti, con le loro storie bizzarre e come sempre assurde, a far impazzire il povero commissario Angela Finocchiaro (davvero fantastica e divertente!), costretta dai tre (e da un collega lavativo che si dà malato a Cortina proprio la vigilia di Natale), a passare la nottata ad interrogarli e a capire cosa facevano appesi al muro piuttosto che starsene a casa con i figli a fare i tortellini e le orme delle renne in salotto.

Aldo, scommettitore incallito e disoccupato, pronto a impegnarsi ogni cosa gli capiti sotto mano, mantenuto a fatica dalla fidanzata; Giovanni, veterinario poco affidabile che si divide tra una moglie e una famiglia a Milano e un'altra famiglia in Svizzera, passando il tempo a cambiarsi d'abito in un triste autogrill e combattendo con una suocera isterica da una parte e un suocero molto oppressivo dall'altra; Giacomo, medico, che dopo 12 anni è ancora perseguitato nei sogni dalla moglie morta: tre amici, con una passione comune, le bocce e la loro squadra, i “Charlatans” sempre ad un passo dalla vittoria del titolo di campioni. Le loro vite, chi per un verso chi per l'altro, sono davvero incasinate e vorrebbero cercare di cambiarle o meglio, di semplificarle. Certo, l'idea di passare il giorno di Natale dietro le sbarre non piace a nessuno dei tre... ma riusciranno con le loro premesse e con le loro storie, tra un tiro di bocce e la ricetta del tortellino perfetto, a convincere la povera “commissaria”??

Un film come era tanto che i tre non facevano, divertente, spassoso, ben fatto. Un piccolo grande cameo è rappresentato da Mara Maionchi, ex giudice severo di X-Factor qui nei panni della suocera isterica che prende a mazzate sia il genero che il povero Aldo, sedata dal veterinario come se fosse un cavallo imbizzarrito e buttata in un cassonetto, che va in giro con un barboncino diventato, suo malgrado, bersaglio di Giovanni. Un ruolo davvero azzeccato per la “mastina” della musica, veramente divertente e molto autoironica come, forse, non la credevamo capace.

mercoledì 22 dicembre 2010

THE TOURIST

Arriva in Italia il tanto atteso nuovo film con Angelina Jolie e Johnny Deep. Presentato a Roma, dove sul red carpet dopo lunghe ore di attesa dovuti, si dice, a ritardi dei voli aerei, arrivano i protagonisti (lei, bellissima, con al fianco l'immancabile Brad Pitt), accolto in maniera sicuramente più entusiastica dalla critica nostrana, rispetto all'uscita in patria dove nel primo week end di programmazione esce abbastanza con le ossa rotte e accolto con scarso entusiasmo anche in Germania. Girato in una Venezia splendida e simile a una cartolina, quasi come è difficile vederla, con i turisti che si contano sulle dita di una mano, una Venezia quasi d'altri tempi dove ancora si fanno feste in smoking e abiti lunghi. Elise (Angelina Jolie) arriva in treno a Venezia per incontrare il suo fidanzato, un ricercato di fama internazionale, Alexander Pearce, che ha sottratto moltissimi soldi sia al fisco che a un temutissimo boss che gli dà la caccia per riprendersi il suo bottino. Su quel treno, dove si trova in incognito, seguendo le istruzioni dell'abile fidanzato, si imbatte in un turista, Frank Martin (Johnny Deep), professore di matematica in fuga verso la Laguna per dimenticare le pene d'amore. La donna, bellissima e misteriosa, inizia a coinvolgere il maldestro, almeno apparentemente, professore che si ritrova, suo malgrado, coinvolto in una spirale di intrighi e pericoli. A dare la caccia alla coppia e al fantomatico Alexander non solo il boss ma l'Interpool, guidata dall'agente Achenson (Paul Bettany), stressato dal suo superiore, l'ispettore Jones (Timothy Dalton) che lo critica pesantemente di non riuscire a risolvere un caso che segue da circa due anni. La ricerca del fuggitivo è resa complicata in quanto si dice che Alexander abbia fatto una plastica e il suo volto sia diventato davvero irriconoscibile, anche agli occhi della fidanzata. In aiuto del povero agente sopraggiunge la Polizia locale, impersonata da attori a noi familiari, anche se Alessio Boni nel ruolo del sergente dell'Interpool e Crihristian De Sica nel ruolo di un poliziotto corrotto, fanno davvero sorridere: il confronto con grandi star di Hollywood è davvero evidente e vedere Nino Frassica, nei panni come sempre di un carabiniere stile Maresciallo Cecchini che tenta di fermare un Johnny Deep in fuga sui tetti di venezia fa davvero scatenare le risate in sala!!

Un bel thriller, ben costruito, con un finale neanche troppo scontato, anche se forse i due attori, che dovrebbero essere coinvolti in una passione travolgente, rimangono un po' freddi e distanti; lei sempre bellissima ma quasi finta, patinata, rispetto a un Jonny Deep che è ben lontano dal fascino e dalla maestria del capitano Jack Sparrow. Malgfrado ciò il film, in uscita pre natalizia insieme a tanti altri film, darà sicuramente del filo da torcere a tutti i cinepanettoni in circolazione in queste feste.



lunedì 20 dicembre 2010

Lo sapevate che … a Piazzetta San Simeone

Sulle colonne che fiancheggiano il portale di palazzo Lancellotti, a poco più di due metri di altezza, sono incise in rosso, e ancora ben visibili, le lettere V.V.E.

Perché vi furono scolpite e che significato hanno? Il principe Lancellotti era un convinto assertore del potere temporale e strenuo difensore del Papa-Re e quindi per protestare contro la presa di Roma decise di chiudere il portone del suo palazzo, che in effetti restò chiuso dal 1870 al 1929, anno in cui, come è noto, furono stipulati i Patti Lateranensi. Fu allora che sulle colonne furono incise, ovviamente dagli antipapalini, le tre lettere che sono l’acronimo di Viva Vittorio Emanuele.

Lo sapevate che … a Piazzetta San Simeone

Sulle colonne che fiancheggiano il portale di palazzo Lancellotti, a poco più di due metri di altezza, sono incise in rosso, e ancora ben visibili, le lettere V.V.E.

Perché vi furono scolpite e che significato hanno? Il principe Lancellotti era un convinto assertore del potere temporale e strenuo difensore del Papa-Re e quindi per protestare contro la presa di Roma decise di chiudere il portone del suo palazzo, che in effetti restò chiuso dal 1870 al 1929, anno in cui, come è noto, furono stipulati i Patti Lateranensi. Fu allora che sulle colonne furono incise, ovviamente dagli antipapalini, le tre lettere che sono l’acronimo di Viva Vittorio Emanuele.

martedì 14 dicembre 2010

Lo sapevate che … a Fontana di Trevi


Direte: che c’è ancora da sapere sulla Fontana di Trevi? Cosa mai può nascondere?

L’imponenza della fontana, accresciuta anche dallo spazio ristretto della piazza, privilegia una visione sintetica piuttosto che un’analisi accurata e quindi qualche particolare può essere sfuggito.

Recatevi allora sul lato destro della fontana all’altezza dell’ Asso di coppe e della sottostante Fontanella degli innamorati e noterete un cappello prelatizio con le nappe all’aria che sembra scagliato da lontano, quasi con dispetto. Potrebbe anche cadere in acqua se non fosse trattenuto da un arbusto che spunta sotto lo stemma di mons Giovan Costanzo Caracciolo di Santobono, che come Presidente delle Acque, e pertanto sovrintendente alla costruzione della fontana, “ha indefessamente invigilato all'adempimento della magnanima Idea di S. B .[Sua Beatitudine] in sì proficua opera; e la medesima Arme si vede scolpita con suo cappello e fiocchi in uno scoglio”. Quanti, romani o turisti, hanno notato lo stemma e il cappello?

domenica 12 dicembre 2010

APPUNTAMENTO CON LA STAR: CAMERON DIAZ


Pizza, tagliatelle alla bolognese o cacio e pepe? Queste sono infatti tre delle golosità preferite nei soggiorni romani da Cameron Diaz, in arrivo domani sera a Roma. La simpaticissima attrice infatti conosce bene i ristoranti capitolini ed i suoi gusti sono chiari: adora la pizza, ma anche la pasta. La Sony, compagnia di distribuzione italiana della pellicola "Green Hornet-Calabrone verde", che uscirà a fine gennaio 2011, ha già moltissimi inviti per avere a cena una delle attrici più famose e pagate di Hollywood. Con lei arriveranno anche i colleghi Seth Rogen, Christoph Waltz ed il regista Michel Gondry. Martedì gli attori avranno un incontro con la stampa italiana in un hotel di piazza della Repubblica, mentre non è prevista nessuna anteprima (ovviamente, visto che il film uscirà tra quasi due mesi). Ma la sera gli •attori potrebbero andare a cena tutti insieme, consigliati proprio dalla Diaz, che tra le sue conoscenze vanta una pizzeria a via Ripetta o la cucina emiliana di un ristorante a piazza del Popolo. Non è esclusa, però, la terza ipotesi: tutti a Trastevere.

Attesissima l'uscita del nuovo film di Cameron Diaz, “Grenn Hornet” in uscita in Italia a fine gennaio...
Intanto l'attrice in quuesti giorni si trova a Roma per presentare il suo film e si diverte a girare per Roma, città che conosce molto bene ed adora. Ama sopratutto la nostra cucina, ama la pizza, le tagliatelle alla bolognese e gli spaghetti cacio e pepe. I ristornati della capital, infatti, già stannno facndo a gara per chi riuscirà ad invitare a cena la simpaticissima attrice, tra le più pagate star di Hollywood. Con lei arriveranno anche i colleghi Seth Rogen, Christoph Waltz ed il regista Michel Gondry. Intanto è stata assegiata dai fotografi, sempre in prima fila per immortalare l'attrice, in un prestigioso Hotel del centro di Roma.


Britt Reid (Seth Rogen), il figlio del più importante e rispettato magnate dei media di Los Angeles, è impegnato a condurre la propria esistenza senza scopi all'insegna del divertimento, fin quando suo padre (Tom Wilkinson) muore misteriosamente, lasciandogli in eredità tutto il suo impero economico.

Stringendo un'improbabile amicizia con uno dei più laboriosi ed inventivi impiegati del padre, Kato (Jay Chou), insieme intravedono la possibilità di fare, per la prima volta nella loro vita, qualcosa di veramente importante: combattere il crimine. Ma per poter fare ciò, entrambi decidono di diventare criminali e per proteggere la legge, la infrangono.

Britt diviene così The Green Hornet ed insieme a Kato combatte il crimine per le strade. Adoperandosi con la sua ingegnosità e le sue abilità, Kato costruisce un'arma, in stile retro, tecnologicamente molto avanzata, The Black Beauty, una potente macchina indistruttibile. A bordo di una fortezza su quattro ruote, in grado di colpire i cattivi, grazie agli equipaggiamenti di Kato, The Green Hornet e Kato riescono in breve tempo a farsi una certa reputazione e con l'aiuto della nuova segretaria di Britt, Lenore Case (Cameron Diaz), iniziano a dare la caccia all'uomo che controlla la malavita di Los Angeles: Benjamin Chudnofsky (Christoph Waltz). Ma Chudnofsky ha dei piani ben precisi: schiacciare The Green Hornet una volta per tutte.

TERTIO MILLENNIO FILM FEST


Si è conclusa lo scorso 10 dicembre la XIV edizione del Tertio Millennio Film Fest, organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, presieduta da monsignor Dario E. Viganò, in collaborazione con il Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana, sotto l'alto patronato del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e del Pontificio Consiglio della Cultura. Da oltre 10 anni il festival, dedicato quest’anno al tema delle "Frontiere generazionali”, propone, tra proiezioni e convegni, una riflessione sul difficile dialogo tra le diverse generazioni analizzando, grazie al cinema, le profonde trasformazioni che la società contemporanea è costretta ad affrontare e che, spesso, lasciano impreparati proprio i più giovani.
Il titolo “Frontiere generazionali”, spiega Monsignor Viganò, “racchiude pienamente il senso di domande che nessun cineasta, indipendentemente dalla sua provenienza geografica, può permettersi di escludere: quanto è difficile per i giovani oggi inserirsi sia nella società che nel mondo del lavoro? Quanto questo mondo, governato dalle leggi del profitto, ci allontana dai valori familiari e dalle tradizioni?” Scopo quindi di questa edizione 2010 è di riflettere, attraverso il cinema che da sempre è legato alla contemporaneità, su questo difficile rapporto dei giovani d’oggi con il presente, raccontandone il loro mondo, il loro disagio, le loro difficoltà. Il festival si è svolto dal 7 al 10 dicembre al Cinema Trevi di Roma. E quest’anno ha presentato una novità: è stato preceduto da una tavola rotonda che anticipa i temi delle proiezioni, fornendo un’occasione per riflettere, insieme a studiosi e registi, sulle generazioni a confronto. Per quanto riguarda la serata conclusiva, a salire sul palco e a ritirare il premio sono stati: Patrizia Wacher che ha ritirano il premio “Diego Fabbri” come miglior saggio di cinema con “Papà Leo”, per aver raccontato attraverso la storia del padre, impresario degli anni ’60 e ’70, un momento così importante del cinema italiano; Cristiana Capotondi Premio Navicella- Fiction per riuscire sempre a calarsi in personaggi sempre nuovi tra cinema e tv, e a Fabrizio Gifuni, per aver dato grande prova di attore e capacità mimetica nella “Città dei matti”. Altro premiato è stato “Noi credevamo” di Mario Martone con il Premio Navicella- Cinema italiano, per aver mostrato un affresco sul Risorgimento e melodramma potente. Infine premiato anche Alexandre Desplat, Premio Colonna Sonora, per riuscire a comporre incredibili composizioni, sempre diverse e perfettamente intonate al progetto a cui si accompagnano (l’ultima sua creazione premiata è stata la colonna sonora di “L’uomo nell’ombra” di Roman Polanski).

mercoledì 1 dicembre 2010

Epigrafi a Portico d’Ottavia


Al Portico d’Ottavia, murate nei due pilastri dell’arco, ci sono due epigrafi.

La prima, quella a sinistra, è ridotta in modo pietoso, ma questo ormai non fa più notizia.

In essa è riportato il divieto, ovviamente rivolto agli adulti, di giocare nella piazza e nelle botteghe. La cosa più simpatica è l’entità della pena, “ad arbitrio”, cioè come je girava a li sbirri.

Nell’epigrafe si legge:

"D'ORDINE DELL'ILL.MO E REV.MO MONS. GOVERN

DI ROMA SI PROIBISCE IL POTER GIOCARE A

VERUNA SORTE DI GIUOCO ANCHE LECITA IN

QUESTA PIAZZA E SUE PERTINENZE E BOTTE

GHE SOTTO PENE AD ARBITRIO"

La seconda, quella di destra, è invece in buone condizioni, ma è solo una copia e per di più incompleta.

Vi si legge:

"CAPITA PISCIUM

HOC MARMOREO SCHEMATE LONGITUDINE

MAJORUM USQUE AD PRIMAS PINNAS

INCLUSIVE CONSERVATORIBUS

DANTO".

In essa viene ricordato il privilegio, dei Conservatori, alti magistrati romani, sancito dallo Statuto di Roma del 1363, di ricevere le teste, fino alle prime pinne incluse, di tutti i pesci che superavano la misura marmorea conservata in Campidoglio. Tale misura era pari a 5 palmi e 1 oncia, cioè pari a metri 1,13 (si ricordi che il palmo equivale a 22,34 cm. e l’oncia a 1/12 di palmo). Ogni contravvenzione alla norma comportava una multa di ben dieci fiorini d'oro. Questo privilegio fu sospeso con la proclamazione della Repubblica Romana nel 1798, fu ripristinato da Pio VII nel 1817 e definitivamente abolito dallo stesso pontefice.

L’epigrafe originale si trova, per sua fortuna perché si è salvata dal degrado, nel Palazzo dei Conservatori. È sormontata dagli stemmi dei tre Conservatori in carica nel 1581 e al di sotto vi è un bassorilievo raffigurante uno storione di 1,13 m. di lunghezza. L’iscrizione infine è così completata:

FRAUDEM NE COMMITTITO

IGNORANTIA EXCUSARI NE CREDITO

ANG. CLAVARIO FRAN CALVIO CURTIO SERGARDIO COSS

INSTAURATUM AC ERECTUM

A proposito di questo privilegio Giacinto Gigli nel suoi Diarii del XVII secolo annota: “il 16 agosto 1641 fu presentato alli Conservatori di Campidoglio un motuproprio fatto da Urbano Vili in favore di Taddeo Barberino, principe di Pellestrina e prefetto di Roma suo nipote e delli suoi successori in perpetuo che sia padrone di tutte le Teste di Pesci, che vengono dalli luoghi dei quali egli è il padrone.”.

Insomma, ieri come oggi basta avere gli agganci giusti!!!!