martedì 28 dicembre 2010

I KATAKLO' A ROMA


Al Teatro Vittoria dal 21 dicembre al 9 gennaio lo spettacolo Love Machine dei Kataklò.

Difficile descrivere uno spettacolo dei Kataklò a chi non sa di cosa stiamo parlando.

Kataklò deriva da un termine greco che significa “io ballo piegandomi e contorcendomi” e già da questo si possono capire alcune caratteristiche dello spettacolo: una danza che fonde insieme le caratteristiche fisiche ed atletiche di 8 ballerini, che si dimenano senza sosta mettendo in evidenza le loro incredibili doti.

L’ultimo spettacolo, ideato dalla fondatrice del gruppo, Giulia Staccioli, si intitola “Love Machines” al grande Leonardo da Vinci, rendendo omaggio ai suoi studi sul corpo umano e sulle macchine.

Nel buio, in un paesaggio quasi irreale, appaiono due esploratori, che vedono, anzi intravedono, il mondo solo attrevarso una piccola luce posta su un occhio. In questa oscurità scoprono strani oggetti con il piano superirore inclinato, immense strutture che vanno analizzate e scoperte, al cui interno vivono delle persone in carne ed ossa capaci di camminare, reagire, amare e lottare. Il piano obliquo delle macchine (sei strutture di circa due metri che vengono spostate e ruotate dai ballerini continuamente per tutta la durata dello spettacolo) dà luogo a delle coreografie ad alta difficoltà, dove ancora una volta la bellezza dei corpi e la loro potenza fisica fa da protagonista, dove tutti e 8 i ballerini (4 donne e 4 uomini) compiono delle evoluzioni con grande precisione ed eleganza come se fossero dei movimenti del tutto naturali. Affrontano questa pendenza come degli scalatori, dapprima andando avanti con mille incertezze e in precario equilibrio per poi prendere confidenza con l’impervio declino fino a conoscerlo in ogni minimo dettaglio.

Gli esploratori, inizialmente incuriositi da coloro che popolano le macchine, iniziano ad interagire con loro, quasi incuriositi dalla loro giocosità e dai loro sentimenti, comuni a tutti gli esseri umani, quelli dell’invidia, della rabbia, della rivalità ma anche dell’amore e della forza.

70 minuti di spettacolo incredibile, con una musica bellissima creata per l’occasione da Sabba d.j, 70 minuti da togliere il fiato, dove la bravura, l’eleganza e la precisione impeccabile dei movimenti, ma soprattutto questa incredibile forza fisica degli 8 perfomers si fondono insieme in un connubio da pelle d’oca. Bravi, bravissimi tutti ma un grande applauso va alla coreografa e ideatrice che, come sempre, riesce a stupirci con queste fantastiche creazioni.

Un altro mondo – Silvio Muccino




Cosa potrebbe succedere ad ognuno di noi se all’improvviso l’equilibrio quotidiano, la nostra vita fatta di amici, lavoro, divertimenti, impegni diventasse inaspettatamente tutta un’altra cosa… Andrea, interpretato da Silvio Muccino che ne firma anche la regia, è il protagonista di questo viaggio emozionale nei percorsi più intimi della propria esistenza. Un ragazzo di 28 anni che scopre un senso nuovo della vita, che si lascia per un po’ alle spalle le agiatezze e la tranquillità per conoscere e avvicinarsi, senza troppa convinzione, ad un’esistenza completamente sconosciuta e nuova, fatta di sentimenti più reali forse, più naturali e spontanei. “Un altro mondo”, tratto dall’omonimo romanzo di Carla Vangelista, già autrice del libro “Parlami d’amore” che ha segnato l’esordio di Silvio Muccino regista, arriva sugli schermi dopo due anni di lavoro. Un periodo nel quale si è cercato di cogliere e raccontare la forza di una storia semplice, ma piena di significato: la diffidenza verso l’ignoto e verso una dimensione tutt’altro che cercata diventa incipit per un viaggio di trasformazione e di crescita, di presa di coscienza di tutto quello che di bellissimo ci può essere nella sola esperienza di vivere lontano dalle sovrastrutture più comuni, dalle categorie comode sulle quali ci si adagia per il solo timore di fare scelte diverse. Il film, interpretato tra gli altri da Greta Scacchi, Isabella Ragonese, Maya Sansa e dal piccolo Michael Rainey Jr, pone il giovane protagonista di fronte una realtà ignota: figlio di genitori separati, con una madre anaffettiva e incapace di dimostrare amore e un padre che non vede più da vent’anni e che in punto di morte gli chiede di raggiungerlo in Kenya. Ed è proprio qui che inizia l’avventura di Andrea che deve inaspettatamente decidere se far spazio nel suo cuore per il piccolo Charlie, il bimbo di otto anni e suo sconosciuto fratellastro di cui si scopre tutore legale, o proseguire la sua vita di sempre e tornare a casa, cancellando tutto. Il bisogno di una scelta, di un cammino che porta necessariamente ad indagare dentro se stessi, nelle proprie fragilità, negli angoli oscuri in cui spesso con razionale inconsapevolezza si sceglie di non voler vedere.

lunedì 27 dicembre 2010

La Banda dei Babbi Natale


Dal 17 dicembre

Regia di Paolo Genovese


Che cosa ci fanno Aldo, Giovanni e Giacomo, vestiti da Babbi Natale la notte della vigilia in un commissariato di Polizia, pronti tutti e tre a dichiararsi innocenti? Sicuramente non sono lì per aver svaligiato un appartamento, malgrado vengano scambiati per una banda di topi d'appartamento, sopratutto perché presi in flagrante sul cornicione di un palazzo, con tanto di piede di porco in tasca!

I tre malcapitati amici sono pronti, con le loro storie bizzarre e come sempre assurde, a far impazzire il povero commissario Angela Finocchiaro (davvero fantastica e divertente!), costretta dai tre (e da un collega lavativo che si dà malato a Cortina proprio la vigilia di Natale), a passare la nottata ad interrogarli e a capire cosa facevano appesi al muro piuttosto che starsene a casa con i figli a fare i tortellini e le orme delle renne in salotto.

Aldo, scommettitore incallito e disoccupato, pronto a impegnarsi ogni cosa gli capiti sotto mano, mantenuto a fatica dalla fidanzata; Giovanni, veterinario poco affidabile che si divide tra una moglie e una famiglia a Milano e un'altra famiglia in Svizzera, passando il tempo a cambiarsi d'abito in un triste autogrill e combattendo con una suocera isterica da una parte e un suocero molto oppressivo dall'altra; Giacomo, medico, che dopo 12 anni è ancora perseguitato nei sogni dalla moglie morta: tre amici, con una passione comune, le bocce e la loro squadra, i “Charlatans” sempre ad un passo dalla vittoria del titolo di campioni. Le loro vite, chi per un verso chi per l'altro, sono davvero incasinate e vorrebbero cercare di cambiarle o meglio, di semplificarle. Certo, l'idea di passare il giorno di Natale dietro le sbarre non piace a nessuno dei tre... ma riusciranno con le loro premesse e con le loro storie, tra un tiro di bocce e la ricetta del tortellino perfetto, a convincere la povera “commissaria”??

Un film come era tanto che i tre non facevano, divertente, spassoso, ben fatto. Un piccolo grande cameo è rappresentato da Mara Maionchi, ex giudice severo di X-Factor qui nei panni della suocera isterica che prende a mazzate sia il genero che il povero Aldo, sedata dal veterinario come se fosse un cavallo imbizzarrito e buttata in un cassonetto, che va in giro con un barboncino diventato, suo malgrado, bersaglio di Giovanni. Un ruolo davvero azzeccato per la “mastina” della musica, veramente divertente e molto autoironica come, forse, non la credevamo capace.

mercoledì 22 dicembre 2010

THE TOURIST

Arriva in Italia il tanto atteso nuovo film con Angelina Jolie e Johnny Deep. Presentato a Roma, dove sul red carpet dopo lunghe ore di attesa dovuti, si dice, a ritardi dei voli aerei, arrivano i protagonisti (lei, bellissima, con al fianco l'immancabile Brad Pitt), accolto in maniera sicuramente più entusiastica dalla critica nostrana, rispetto all'uscita in patria dove nel primo week end di programmazione esce abbastanza con le ossa rotte e accolto con scarso entusiasmo anche in Germania. Girato in una Venezia splendida e simile a una cartolina, quasi come è difficile vederla, con i turisti che si contano sulle dita di una mano, una Venezia quasi d'altri tempi dove ancora si fanno feste in smoking e abiti lunghi. Elise (Angelina Jolie) arriva in treno a Venezia per incontrare il suo fidanzato, un ricercato di fama internazionale, Alexander Pearce, che ha sottratto moltissimi soldi sia al fisco che a un temutissimo boss che gli dà la caccia per riprendersi il suo bottino. Su quel treno, dove si trova in incognito, seguendo le istruzioni dell'abile fidanzato, si imbatte in un turista, Frank Martin (Johnny Deep), professore di matematica in fuga verso la Laguna per dimenticare le pene d'amore. La donna, bellissima e misteriosa, inizia a coinvolgere il maldestro, almeno apparentemente, professore che si ritrova, suo malgrado, coinvolto in una spirale di intrighi e pericoli. A dare la caccia alla coppia e al fantomatico Alexander non solo il boss ma l'Interpool, guidata dall'agente Achenson (Paul Bettany), stressato dal suo superiore, l'ispettore Jones (Timothy Dalton) che lo critica pesantemente di non riuscire a risolvere un caso che segue da circa due anni. La ricerca del fuggitivo è resa complicata in quanto si dice che Alexander abbia fatto una plastica e il suo volto sia diventato davvero irriconoscibile, anche agli occhi della fidanzata. In aiuto del povero agente sopraggiunge la Polizia locale, impersonata da attori a noi familiari, anche se Alessio Boni nel ruolo del sergente dell'Interpool e Crihristian De Sica nel ruolo di un poliziotto corrotto, fanno davvero sorridere: il confronto con grandi star di Hollywood è davvero evidente e vedere Nino Frassica, nei panni come sempre di un carabiniere stile Maresciallo Cecchini che tenta di fermare un Johnny Deep in fuga sui tetti di venezia fa davvero scatenare le risate in sala!!

Un bel thriller, ben costruito, con un finale neanche troppo scontato, anche se forse i due attori, che dovrebbero essere coinvolti in una passione travolgente, rimangono un po' freddi e distanti; lei sempre bellissima ma quasi finta, patinata, rispetto a un Jonny Deep che è ben lontano dal fascino e dalla maestria del capitano Jack Sparrow. Malgfrado ciò il film, in uscita pre natalizia insieme a tanti altri film, darà sicuramente del filo da torcere a tutti i cinepanettoni in circolazione in queste feste.



lunedì 20 dicembre 2010

Lo sapevate che … a Piazzetta San Simeone

Sulle colonne che fiancheggiano il portale di palazzo Lancellotti, a poco più di due metri di altezza, sono incise in rosso, e ancora ben visibili, le lettere V.V.E.

Perché vi furono scolpite e che significato hanno? Il principe Lancellotti era un convinto assertore del potere temporale e strenuo difensore del Papa-Re e quindi per protestare contro la presa di Roma decise di chiudere il portone del suo palazzo, che in effetti restò chiuso dal 1870 al 1929, anno in cui, come è noto, furono stipulati i Patti Lateranensi. Fu allora che sulle colonne furono incise, ovviamente dagli antipapalini, le tre lettere che sono l’acronimo di Viva Vittorio Emanuele.

Lo sapevate che … a Piazzetta San Simeone

Sulle colonne che fiancheggiano il portale di palazzo Lancellotti, a poco più di due metri di altezza, sono incise in rosso, e ancora ben visibili, le lettere V.V.E.

Perché vi furono scolpite e che significato hanno? Il principe Lancellotti era un convinto assertore del potere temporale e strenuo difensore del Papa-Re e quindi per protestare contro la presa di Roma decise di chiudere il portone del suo palazzo, che in effetti restò chiuso dal 1870 al 1929, anno in cui, come è noto, furono stipulati i Patti Lateranensi. Fu allora che sulle colonne furono incise, ovviamente dagli antipapalini, le tre lettere che sono l’acronimo di Viva Vittorio Emanuele.

martedì 14 dicembre 2010

Lo sapevate che … a Fontana di Trevi


Direte: che c’è ancora da sapere sulla Fontana di Trevi? Cosa mai può nascondere?

L’imponenza della fontana, accresciuta anche dallo spazio ristretto della piazza, privilegia una visione sintetica piuttosto che un’analisi accurata e quindi qualche particolare può essere sfuggito.

Recatevi allora sul lato destro della fontana all’altezza dell’ Asso di coppe e della sottostante Fontanella degli innamorati e noterete un cappello prelatizio con le nappe all’aria che sembra scagliato da lontano, quasi con dispetto. Potrebbe anche cadere in acqua se non fosse trattenuto da un arbusto che spunta sotto lo stemma di mons Giovan Costanzo Caracciolo di Santobono, che come Presidente delle Acque, e pertanto sovrintendente alla costruzione della fontana, “ha indefessamente invigilato all'adempimento della magnanima Idea di S. B .[Sua Beatitudine] in sì proficua opera; e la medesima Arme si vede scolpita con suo cappello e fiocchi in uno scoglio”. Quanti, romani o turisti, hanno notato lo stemma e il cappello?

domenica 12 dicembre 2010

APPUNTAMENTO CON LA STAR: CAMERON DIAZ


Pizza, tagliatelle alla bolognese o cacio e pepe? Queste sono infatti tre delle golosità preferite nei soggiorni romani da Cameron Diaz, in arrivo domani sera a Roma. La simpaticissima attrice infatti conosce bene i ristoranti capitolini ed i suoi gusti sono chiari: adora la pizza, ma anche la pasta. La Sony, compagnia di distribuzione italiana della pellicola "Green Hornet-Calabrone verde", che uscirà a fine gennaio 2011, ha già moltissimi inviti per avere a cena una delle attrici più famose e pagate di Hollywood. Con lei arriveranno anche i colleghi Seth Rogen, Christoph Waltz ed il regista Michel Gondry. Martedì gli attori avranno un incontro con la stampa italiana in un hotel di piazza della Repubblica, mentre non è prevista nessuna anteprima (ovviamente, visto che il film uscirà tra quasi due mesi). Ma la sera gli •attori potrebbero andare a cena tutti insieme, consigliati proprio dalla Diaz, che tra le sue conoscenze vanta una pizzeria a via Ripetta o la cucina emiliana di un ristorante a piazza del Popolo. Non è esclusa, però, la terza ipotesi: tutti a Trastevere.

Attesissima l'uscita del nuovo film di Cameron Diaz, “Grenn Hornet” in uscita in Italia a fine gennaio...
Intanto l'attrice in quuesti giorni si trova a Roma per presentare il suo film e si diverte a girare per Roma, città che conosce molto bene ed adora. Ama sopratutto la nostra cucina, ama la pizza, le tagliatelle alla bolognese e gli spaghetti cacio e pepe. I ristornati della capital, infatti, già stannno facndo a gara per chi riuscirà ad invitare a cena la simpaticissima attrice, tra le più pagate star di Hollywood. Con lei arriveranno anche i colleghi Seth Rogen, Christoph Waltz ed il regista Michel Gondry. Intanto è stata assegiata dai fotografi, sempre in prima fila per immortalare l'attrice, in un prestigioso Hotel del centro di Roma.


Britt Reid (Seth Rogen), il figlio del più importante e rispettato magnate dei media di Los Angeles, è impegnato a condurre la propria esistenza senza scopi all'insegna del divertimento, fin quando suo padre (Tom Wilkinson) muore misteriosamente, lasciandogli in eredità tutto il suo impero economico.

Stringendo un'improbabile amicizia con uno dei più laboriosi ed inventivi impiegati del padre, Kato (Jay Chou), insieme intravedono la possibilità di fare, per la prima volta nella loro vita, qualcosa di veramente importante: combattere il crimine. Ma per poter fare ciò, entrambi decidono di diventare criminali e per proteggere la legge, la infrangono.

Britt diviene così The Green Hornet ed insieme a Kato combatte il crimine per le strade. Adoperandosi con la sua ingegnosità e le sue abilità, Kato costruisce un'arma, in stile retro, tecnologicamente molto avanzata, The Black Beauty, una potente macchina indistruttibile. A bordo di una fortezza su quattro ruote, in grado di colpire i cattivi, grazie agli equipaggiamenti di Kato, The Green Hornet e Kato riescono in breve tempo a farsi una certa reputazione e con l'aiuto della nuova segretaria di Britt, Lenore Case (Cameron Diaz), iniziano a dare la caccia all'uomo che controlla la malavita di Los Angeles: Benjamin Chudnofsky (Christoph Waltz). Ma Chudnofsky ha dei piani ben precisi: schiacciare The Green Hornet una volta per tutte.

TERTIO MILLENNIO FILM FEST


Si è conclusa lo scorso 10 dicembre la XIV edizione del Tertio Millennio Film Fest, organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, presieduta da monsignor Dario E. Viganò, in collaborazione con il Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana, sotto l'alto patronato del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e del Pontificio Consiglio della Cultura. Da oltre 10 anni il festival, dedicato quest’anno al tema delle "Frontiere generazionali”, propone, tra proiezioni e convegni, una riflessione sul difficile dialogo tra le diverse generazioni analizzando, grazie al cinema, le profonde trasformazioni che la società contemporanea è costretta ad affrontare e che, spesso, lasciano impreparati proprio i più giovani.
Il titolo “Frontiere generazionali”, spiega Monsignor Viganò, “racchiude pienamente il senso di domande che nessun cineasta, indipendentemente dalla sua provenienza geografica, può permettersi di escludere: quanto è difficile per i giovani oggi inserirsi sia nella società che nel mondo del lavoro? Quanto questo mondo, governato dalle leggi del profitto, ci allontana dai valori familiari e dalle tradizioni?” Scopo quindi di questa edizione 2010 è di riflettere, attraverso il cinema che da sempre è legato alla contemporaneità, su questo difficile rapporto dei giovani d’oggi con il presente, raccontandone il loro mondo, il loro disagio, le loro difficoltà. Il festival si è svolto dal 7 al 10 dicembre al Cinema Trevi di Roma. E quest’anno ha presentato una novità: è stato preceduto da una tavola rotonda che anticipa i temi delle proiezioni, fornendo un’occasione per riflettere, insieme a studiosi e registi, sulle generazioni a confronto. Per quanto riguarda la serata conclusiva, a salire sul palco e a ritirare il premio sono stati: Patrizia Wacher che ha ritirano il premio “Diego Fabbri” come miglior saggio di cinema con “Papà Leo”, per aver raccontato attraverso la storia del padre, impresario degli anni ’60 e ’70, un momento così importante del cinema italiano; Cristiana Capotondi Premio Navicella- Fiction per riuscire sempre a calarsi in personaggi sempre nuovi tra cinema e tv, e a Fabrizio Gifuni, per aver dato grande prova di attore e capacità mimetica nella “Città dei matti”. Altro premiato è stato “Noi credevamo” di Mario Martone con il Premio Navicella- Cinema italiano, per aver mostrato un affresco sul Risorgimento e melodramma potente. Infine premiato anche Alexandre Desplat, Premio Colonna Sonora, per riuscire a comporre incredibili composizioni, sempre diverse e perfettamente intonate al progetto a cui si accompagnano (l’ultima sua creazione premiata è stata la colonna sonora di “L’uomo nell’ombra” di Roman Polanski).

mercoledì 1 dicembre 2010

Epigrafi a Portico d’Ottavia


Al Portico d’Ottavia, murate nei due pilastri dell’arco, ci sono due epigrafi.

La prima, quella a sinistra, è ridotta in modo pietoso, ma questo ormai non fa più notizia.

In essa è riportato il divieto, ovviamente rivolto agli adulti, di giocare nella piazza e nelle botteghe. La cosa più simpatica è l’entità della pena, “ad arbitrio”, cioè come je girava a li sbirri.

Nell’epigrafe si legge:

"D'ORDINE DELL'ILL.MO E REV.MO MONS. GOVERN

DI ROMA SI PROIBISCE IL POTER GIOCARE A

VERUNA SORTE DI GIUOCO ANCHE LECITA IN

QUESTA PIAZZA E SUE PERTINENZE E BOTTE

GHE SOTTO PENE AD ARBITRIO"

La seconda, quella di destra, è invece in buone condizioni, ma è solo una copia e per di più incompleta.

Vi si legge:

"CAPITA PISCIUM

HOC MARMOREO SCHEMATE LONGITUDINE

MAJORUM USQUE AD PRIMAS PINNAS

INCLUSIVE CONSERVATORIBUS

DANTO".

In essa viene ricordato il privilegio, dei Conservatori, alti magistrati romani, sancito dallo Statuto di Roma del 1363, di ricevere le teste, fino alle prime pinne incluse, di tutti i pesci che superavano la misura marmorea conservata in Campidoglio. Tale misura era pari a 5 palmi e 1 oncia, cioè pari a metri 1,13 (si ricordi che il palmo equivale a 22,34 cm. e l’oncia a 1/12 di palmo). Ogni contravvenzione alla norma comportava una multa di ben dieci fiorini d'oro. Questo privilegio fu sospeso con la proclamazione della Repubblica Romana nel 1798, fu ripristinato da Pio VII nel 1817 e definitivamente abolito dallo stesso pontefice.

L’epigrafe originale si trova, per sua fortuna perché si è salvata dal degrado, nel Palazzo dei Conservatori. È sormontata dagli stemmi dei tre Conservatori in carica nel 1581 e al di sotto vi è un bassorilievo raffigurante uno storione di 1,13 m. di lunghezza. L’iscrizione infine è così completata:

FRAUDEM NE COMMITTITO

IGNORANTIA EXCUSARI NE CREDITO

ANG. CLAVARIO FRAN CALVIO CURTIO SERGARDIO COSS

INSTAURATUM AC ERECTUM

A proposito di questo privilegio Giacinto Gigli nel suoi Diarii del XVII secolo annota: “il 16 agosto 1641 fu presentato alli Conservatori di Campidoglio un motuproprio fatto da Urbano Vili in favore di Taddeo Barberino, principe di Pellestrina e prefetto di Roma suo nipote e delli suoi successori in perpetuo che sia padrone di tutte le Teste di Pesci, che vengono dalli luoghi dei quali egli è il padrone.”.

Insomma, ieri come oggi basta avere gli agganci giusti!!!!

venerdì 26 novembre 2010

Lo sapevate che … a Piazza Navona

Quando si arriva a Piazza Navona l’occhio è talmente attratto dalle fontane, dal palazzo Pamphilj, dalla chiesa di Sant’Agnese in Agone, dalla folla di turisti che sciama per la piazza che non si ha tempo di cercare i piccoli particolari. E anche io, se non fosse stato per quel curiosone dell’amico Lello, chissà quando mi sarei accorto di quella piccola testa di marmo incastonata tra due finestre del secondo piano del palazzetto al civico 34. Di chi sarà? Io non lo so, anzi, se qualcuno dei miei lettori ne sapesse qualcosa e me lo facesse sapere mi farebbe cosa gradita.

L’unica notizia in mio possesso me l’ha fornita sempre l’amico Lello che l’ha carpita a una portiera della piazza. Sembra che nel XVI secolo un papa (forse, visto il suo carattere, Sisto V) vestito in borghese frequentasse a volte le botteghe della piazza per sapere cosa il popolo pensasse di lui. Un oste che era solito dire peste e corna del papa fu fatto decapitare. Gli altri bottegai, non potendosi ribellare, posero la testina a ricordo.

Storia o leggenda? Aspetto risposte!

martedì 23 novembre 2010

Lo sapevate che … a San Pietro in Vincoli

Nella basilica di San Pietro in Vincoli in fondo alla navata destra si trova il più che incompleto Mausoleo di Giulio II in cui spicca l’imponente statua di Mosé dall’atteggiamento fiero, dall’espressione pensosa e dalla fluentissima barba.

Ecco: la barba!

A guardarla bene, con una certa luce e nella giusta angolazione nasconde una sorpresa.

Spostatevi un po’ sulla sinistra, osservate attentamente la fluente barba e scoprirete che ci sono due piccole facce in altorilievo, quella del papa Giulio II e quella di Michelangelo. Più grande, sulla guancia destra, quella del Papa, più piccola, e tutta contenuta nel ricciolo sotto il labbro inferiore, quella di Michelangelo.

Non è semplicissimo notarle, ma se guardate bene la foto sarete facilitati nella ricerca.

Comunque fidatevi: le facce ci sono!

PS: La foto è sgranata, me è stata scattata a 1600 ISO, F/4,8, 1/40 sec. e zoom digitale attivo

giovedì 18 novembre 2010

Lo sapevate che… al Pantheon


Il Pantheon è universalmente noto, molto frequentato e fotografato da romani e da turisti, e quindi si pensa che non nasconda segreti. Invece penso che la stragrande maggioranza dei visitatori non sappia che è stato da vari autori antichi e moderni collegato, a ragione, al cielo e al sole e quanto segue è un esempio di questo collegamento.

Se guardate in alto noterete, a metà della distanza che va dai vostri piedi al foro, un vistoso cornicione che, se immaginiamo che l'intradosso della cupola sia la volta celeste, rappresenta l'equatore celeste.

Nel cielo l'equatore celeste viene attraversato dal sole due volte l'anno: il 21 marzo e il 21 settembre (equinozio di primavera ed equinozio d'autunno): ebbene in questi due giorni nel Pantheon avviene un fenomeno molto interessante.

Come si vede nella foto ogni giorno vi penetra, attraverso il foro, un raggio di sole che disegna all'interno della cupola un ovale di luce che durante l'inverno non scende mai al di sotto del cornicione mentre in estate scende a illuminare il pavimento. Nei giorni degli equinozi l'ovale di luce scende lentamente lungo la cupola e a mezzogiorno raggiunge il cornicione per poi risalire appena il mezzogiorno è passato. L'ovale di luce cioè si colloca sul cornicione per pochi istanti così come il sole attraversa l'equatore celeste in quelle date.

Lo sapevate? Ah, beninteso quanto detto è visibile solo se la giornata è solatia. Se dovesse essere nuvoloso allora è necessario programmare un’altra visita!

mercoledì 10 novembre 2010

Basilica dei SS. Apostoli – L’elogio criptato


Di sicuro conoscete tutti la basilica dei SS. Apostoli e quindi avrete notato che sulla balaustra che sormonta il portico ci sono 13 statue su piedistallo che raffigurano Gesù con i dodici Apostoli. Sui piedistalli, anche se non tutte perfettamente leggibili, sono incise le seguenti lettere:

F L D L C S O T C E C V B

Ebbene, queste lettere costituiscono l’elogio, criptato per non urtare la suscettibilità del papa, che l’architetto Carlo Rainaldi volle fare per ringraziare il cardinale Lorenzo Brancati di Lauria che aveva pagato di tasca sua la realizzazione delle statue. Esse sono infatti le iniziali della seguente frase:

Frater Laurentius De Laureolo Consultor Sancti Officii Theologus Cardinalis Episcopus Custos Vaticanae Bibliotecae

sabato 6 novembre 2010

Lo sapevate che….a Piazza di Pietra


Siate sinceri! Quanti di voi sanno che a piazza di Pietra tra le undici colonne del Tempio di Adriano si cela un bassorilievo raffigurante un Cristo in croce?

Ebbene, se lo sapete vi dico “Bravi!” perché conoscete Roma anche nei particolari più nascosti, se non lo sapete, fidatevi, c’è!

Mettetevi di fronte alla quarta colonna da sinistra e “all’altezza di fors’oltre i venticinque palmi”, più o meno 5,50 metri da terra (1 palmo romano corrisponde a 22,34 cm.), vedrete un Cristo in croce di piccole dimensioni, scolpito chissà quando.

Ovviamente non se ne conosce l’autore, vi posso solo dire che lo scultore Giuseppe Obici, autore della statua della Madonna in cima alla colonna dell’Immacolata, lo reputava di epoca bizantina.

martedì 2 novembre 2010

San Salvatore alle Coppelle - Una buca per le denunce


Una curiosa targa, corredata di buca per inserire i messaggi, si trova sul fianco sinistro della chiesa di San Salvatore alle Coppelle. Tanto per cambiare la targa è molto deteriorata e basta osservare la foto per vedere che il degrado aumenta ogni giorno. Ma siamo alle solite: l’incuria della gente, l’inesistenza dei controlli e la totale assenza delle istituzioni stanno cancellando il ricordo visivo di un pezzo di storia della nostra città.

In vista del Giubileo del 1750 era grande la preoccupazione che si potessero verificare casi di malattia tra la moltitudine dei pellegrini che sarebbero venuti a Roma. E allora il Cardinal Vicario Guadagni, sulla base di un editto emanato il 17 dicembre 1749, pensò bene di far predisporre una buca sul fianco sinistro della chiesa di San Salvatore alle Coppelle facendo incidere anche un’epigrafe nella quale era ricordato l’obbligo imposto ad albergatori e locandieri di denunciare tutti quelli che si ammalavano alla confraternita della Divina Perseveranza. L’obbligo di denuncia fu imposto agli albergatori sin dall’istituzione della Confraternita nel 1663 e fu più volte rinnovato dai vari pontefici succedutisi nel corso degli anni ma era molto spesso disatteso a causa dell’insufficiente sanzione penale, solo sei scudi di multa che gli albergatori potevano facilmente pagare “appropriandosi gli oggetti lasciati dagli altri che muoiono”.

Ma perché questa buca fu posta proprio e solo sul fianco di questa chiesa e non anche in altre chiese? Presto detto: in questa chiesa aveva la sede la Confraternita delle Divina Perseveranza. Questa Confraternita aveva lo scopo dl accompagnare il Santissimo Sacramento quando veniva portato ai malati e in particolar modo di assistere i forestieri che si ammalavano nelle locande e negli alberghi. I confratelli dovevano visitare giornalmente i malati e informarsi sulla natura della malattia e sulle loro necessità, fare l’inventario delle loro cose e averne cura, trasferirli negli ospedali, fornire loro tutti i conforti religiosi; in caso di morte dovevano fare in modo che fosse data cristiana sepoltura e che fossero avvisati i parenti a cui si dovevano consegnare tutti gli avere del defunto. L’opera della Confraternita era considerata “di molto buon esempio nella città e di grande edificazione nei paesi lontani, ai quali si estende così pietosa la romana umanità”.

giovedì 28 ottobre 2010

Ale e Franz


Mentre sul piccolo schermo propongono una nuova stimolante scommessa in onda su Italia 1- ‘Sketch Show’- la nuova sitcom che esalta, viviseziona, trasforma e reinventa lo sketch in un connubio comico di mini storie ambientate in esterna e in studio, prende avvio la tournée di Aria precaria, regia di Leo Muscato, che li vedrà calcare i palcoscenici d’Italia a partire dal Teatro Olimpico di Roma, per proseguire poi a Firenze, Bologna, Torino, Genova…
Lo spettacolo, suddiviso in dieci episodi, vede Ale & Franz attraversare situazioni surreali, grottesche e paradossali ma anche teneramente realistiche.
Dieci incontri, a volte scontri, altre volte attese. Dieci fasi della vita, su cui ridere, sorridere, ma anche riflettere. Incontri paradossali in cui l’ordinaria vita di ogni giorno è messa di fronte a uno specchio deformante che ne rivela tutte le contraddizioni. Due uomini – in alcuni casi amici, in altri nemici, ogni tanto sconosciuti - incrociano i loro destini sul ciglio di una strada, in un rumoroso nido d’ospedale, su una panchina al fresco di un parco, nell’asetticità di un call center, in una fiduciosa sala d’aspetto, in una vitalissima bocciofila, o sul cornicione di un palazzo. Luoghi sospesi a mezz’aria fra il serio e il faceto; luoghi in cui l’aria che si respira è a volte dolce, altre volte salata, molto spesso precaria.
Attraverso dei meccanismi di surreale comicità, i due uomini si mostrano nei loro aspetti più ridicoli, nelle loro più assurde ostinazioni, semplici contraddizioni; ma anche nelle umane fragilità, in cui ogni spettatore potrà riconoscersi. Tutto questo all’interno di un bianco spazio astratto, una sorta di camminamento in bilico dal niente verso il tutto, uno spazio fra il concreto e l’assurdo che di volta in volta la luce trasformerà in un luogo diverso, un altrove dentro cui lasciarsi andare con l’immaginazione e abbandonarsi finalmente a una risata.

Paola Cortellesi


Maschi contro Femmine è una commedia che ruota intorno al tema del conflitto tra uomini e donne. Le scene delle quattro trame principali si avvicendano di continuo, toccandosi in più punti e creando intersezioni serrate tra le storie.
Walter (Fabio De Luigi) e Monica (Lucia Ocone) sono una giovane coppia alle prese con il primo figlio. Come molti nella loro situazione, hanno completamente sospeso le loro interazioni sessuali. Gli amici di Walter lo incoraggiano a sfogare gli istinti con un’avventura disimpegnata, ma Walter inizialmente non vuole sapere. Purtroppo il suo lavoro non lo incoraggia alla fedeltà: è allenatore di una squadra di pallavolo femminile di serie A ed è quotidianamente messo alla prova da un tripudio di belle ragazze. In particolare, la sua migliore schiacciatrice, la bella Eva Castelli (Giorgia Würth), dopo una serie di approcci più o meno espliciti, riesce a trascinarlo tra le lenzuola. Ma incapace – come molte donne – di pensarsi come l’amante di una notte, Eva vuole strappare l’allenatore al tetto coniugale, e per farlo ricorre a trabocchetti, minacce, crisi isteriche. La vita di Walter sembra rovinata, ma…
Chiara (Paola Cortellesi) e Diego (Alessandro Preziosi) sono due vicini di casa, molto diversi tra loro: Chiara è una giovane infermiera molto rigorosa, graziosa ma poco appariscente, dedica tutto il suo tempo libero alla causa ecologista. Diego è un quarantenne misogino, ben vestito, proprietario di un bar molto ben frequentato, e fa la vita del perfetto playboy, portando ogni sera a casa una ragazza diversa e straniera. Quando si incontrano in ascensore, i due godono nel farsi guerra a colpi di battute caustiche. Un giorno il destino li porta a un incontro più ravvicinato, durante il quale Chiara, da generosa infermiera, si vede costretta a soccorrerlo con un massaggio alla spalla. Diego non perde occasione per fare quello che sa fare meglio, cioè provarci. Offesissima da questo gesto superficiale e misogino, la ragazza lo respinge. Da quel giorno in poi Diego precipita in un inspiegabile stato di impotenza sessuale che gli causa la rovina della reputazione. E allora…
Marta (Chiara Francini) e Andrea (Nicolas Vaporidis) sono due migliori amici che condividono uno sgangherato appartamento. Marta è lesbica, Andrea è etero, entrambi sono appena stati lasciati sotto lo sguardo divertito del terzo inquilino, il sarcastico Ivan (Paolo Ruffini). Ma la depressione dura ben poco, perché entrambi si innamorano di nuovo. Dopo un giro di equivoci scoprono di essersi innamorati della stessa ragazza, Francesca (Sarah Felberbaum), la quale, messa alle strette, ammette di essere in una fase di confusione sessuale. Andrea è fermamente convinto che di base sia etero. Marta è certa che sia una lesbica doc. Una sfida tra loro comincia…
La madre di Andrea, Nicoletta (Carla Signoris), è una ex-bella donna in crisi di mezza età. Dopo aver scoperto che il marito la tradiva (Francesco Pannofino) con una giovane cubana, lo sbatte fuori di casa e cade in uno stato catatonico. La sua collega Paola (Nancy Brilli) sembra aver risolto i suoi problemi con la chirurgia plastica. Fermamente restia alla chirurgia, Nicoletta dopo una serie di umiliazioni decide di ricorrere anche lei come le altre sue coetanee al tagliando chirurgico. Ma l‟amore del timido Renato (Giuseppe Cederna), un collega al di sopra di ogni sospetto, potrebbe salvarla dai ferri.

martedì 26 ottobre 2010

Una curiosa buca per l’elemosina


I muri del centro di Roma sono pieni di epigrafi curiose, “strane”, che raccontano pezzi di storia della nostra città e che, a causa dell’incuria della gente e delle istituzioni, rischiano di essere spazzate via. Sul fianco destro della chiesa di San Gregorio della Divina Pietà (o San Gregorio a ponte Quattro Capi) c’è, ormai quasi illeggibile, la targa riportata nella foto su cui è scritto “ELEMOSINE PER POVERE ONORATE FAMIGLIE E VERGOGNOSE” corredata di buca per le offerte.

A differenza delle tante confraternite sorte a Roma con lo scopo di aiutare le più svariate categorie di poveri bisognosi di aiuto (vedove, orfani, storpi, bambini abbandonati ecc.) la Congrega­zione degli Operai della Divina Pietà si era assunta infatti il compito di assistere con discrezione nobili e borghesi che, caduti in disgrazia, non avevano nemmeno il coraggio di chiedere un aiuto. Gli Operai della Divina Pietà inizialmente erano 14, uno per ogni rione, e mendicavano sulla porta delle chiese o giravano per le botteghe per raccogliere offerte. Preferivano soccorrere il prossimo secondo il bisogno di ciascuno piuttosto che con piccole elemosine, preferivano sostenere in tutto poche famiglie che aiutarne molte in modo limitato. Erano molto solerti nel proteggere quella che oggi chiamiamo privacy delle famiglie bisognose: quattro confratelli po­tevano distribuire soccorsi senza far sapere il nome di chi li riceveva. Oltre al denaro si davano anche canapa e lino che venivano filati dalle famiglie assistite a cui andava il ricavato della vendita del prodotto finito fatta dagli Operai.

Sotto Benedetto XIII Orsini la Congregazione si trasferì nella chiesa di San Gregorio a ponte Quattro Capi, detta anche San Gregorietto per le sue piccole dimensioni, che prese quindi il nome di San Gregorio della Divina Pietà

sabato 23 ottobre 2010

Sarah Felberbaum


Maschi contro Femmine è una commedia che ruota intorno al tema del conflitto tra uomini e donne. Walter (Fabio De Luigi) e Monica (Lucia Ocone) sono una giovane coppia alle prese con il primo figlio. Come molti nella loro situazione, hanno completamente sospeso le loro interazioni sessuali. Chiara (Paola Cortellesi) e Diego (Alessandro Preziosi) sono due vicini di casa. Sono come il giorno e la notte. Marta (Chiara Francini) e Andrea (Nicolas Vaporidis) sono due migliori amici che condividono uno sgangherato appartamento. Marta è lesbica, Andrea è etero, entrambi sono appena stati lasciati sotto lo sguardo divertito del terzo inquilino.Nelle rocambolesche avventure quotidiane dei nostri protagonisti incontriamo gli amici di sempre Marcello (Claudio Bisio) un chirurgo plastico, Piero (Emilio Solfrizzi) un benzinaio divertente e un po’ volgare e Anna (Luciana Littizzetto).

domenica 17 ottobre 2010

Serena Grandi...sempre provocante...


Nell’ultimo film di Pupi Avati, nel ruolo della zia Amabile c’è Serena Grandi.
Il suo vero nome è Serena Faggioli ed è nata a Bologna il 23 marzo 1958; è un'attrice e personaggio televisivo italiana, famosa per essere stata una icona dello spettacolo e un sex symbol del cinema degli anni ottanta e novanta. Per il suo corpo giunonico dal seno da maggiorata fisica, è stata considerata una fra le principali pin-up italiane.
Dopo le scuole dell'obbligo si diplomò come programmatrice informatica, e oltre a seguire corsi di lingua inglese, iniziò a lavorare in un laboratorio di analisi. Con il sogno della recitazione partì per Roma con destinazione Cinecittà. Dopo aver seguito corsi di dizione e recitazione, partecipò ad alcuni stage con registi americani, dove imparò a destreggiarsi in un set, e iniziò ad ottenere le prime particine sexy in commedie come Pierino la Peste alla riscossa e Sturmtruppen 2 - Tutti al fronte e nell'horror cult Antropophagus di Joe D'Amato.
Nei primi anni di carriera cinematografica utilizzò lo pseudonimo di Vanessa Steiger. Il cognome Grandi, adottato poi all'interno del secondo nome d'arte, era quello della madre. Una delle prime volte che la si ricorda con il suo cognome è in una partecipazione a Il cappello sulle ventitré, in cui eseguì uno strip tease.
Nel 1985 l'incontro con il regista Tinto Brass, che la sceglie come protagonista del film Miranda, le fa conquistare la notorietà e il successo. Nell'immaginario collettivo diventò l'icona dell'abbondanza casereccia di forme prorompenti. Nei film seguenti come La signora della notte, L'iniziazione, Desiderando Giulia, continuò ad interpretare il ruolo che Brass le aveva cucito addosso, quello di donna ambigua che si destreggia fra i numerosi amori e i molteplici tradimenti.
Ha lavorato anche con Dino Risi in Teresa, con Sergio Corbucci in Roba da ricchi e Rimini Rimini, e nel ruolo di assoluta protagonista con Lamberto Bava nel thriller Le foto di Gioia, dove ritroverà George Eastman attore con cui recitò in Antropophagus. Per quel film canterà anche il brano della colonna sonora scritta da Simon Boswell, che uscirà in formato LP e picture disc.
È stata sposata con Beppe Ercole, dal quale nel dicembre del 1989 ha avuto un figlio, Edoardo.
Saltuariamente comunque torna al cinema, come nel 1998, di nuovo con Tinto Brass in Monella e con Luciano Ligabue in Radiofreccia. In televisione ha interpretato diverse fiction nel periodo di suo maggior successo, fra le quali Il Prezzo della Vita e Donna d'onore grazie alla quale vinse un Telegatto.
Nel 2004 ha partecipato come locandiera a Il Ristorante, reality show di Raiuno, in onda dal 21 dicembre.
Il 29 marzo 2006 a Roma ha debuttato come scrittrice con la presentazione alla stampa del suo primo romanzo: L'amante del federale. Dopo 10 anni di distanza dalla sua ultima apparizione cinematografica, ritorna sul grande schermo nel film del prolifico regista Pupi Avati Il papà di Giovanna, che sarà presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Sempre nel settembre 2008 è nel cast della miniserie televisiva Una madre trasmessa su Rai Uno. È poi guest star del secondo episodio della serie tv di SKY Quo vadis, baby? ideata da Gabriele Salvatores.

venerdì 15 ottobre 2010

Gaspare e Zuzzurro...rievocano il DRIVE IN!


Sono passati quasi trent'anni da quando i due "funambolici folletti" della risata calcavano le scene di quella che è diventata la trasmissione televisiva cult degli anni '80 al grido di "Ce l'ho qui la brioche!!!!"
Da oltre trent'anni , tra televisione e teatro, i nostri due attori, al secolo Andrea Brambilla e Nino Formicola, leggono e rileggono la nostra quotidianità. Eccoli in scena nello spettacolo " Non c'è più il futuro di una volta", uno spettacolo in un atto unico che attinge a piene mani dal brogliaccio del cabaret, con battute a tutto spiano su politica, cultura e attualità.
La storia è quella di due attori comici a cui viene chiesto di tornare in tv dopo tanto tempo. Uno dei due, Gaspare, è molto ottimista, pronto ad entrare nella "Tv del terzo millennio", una tv dove bisogna assolutamente esserci perché: "Se ti vogliono lì sei ancora vivo". Ma l'altro, Zuzzurro, è ancora legato alla tradizione e ai vecchi schemi; da qui una sequenza infinita di battute dal ritmo incalzante dove i due si scontrano tra tradizione e innovazione: Gaspare tra i due è quello giovanilista, ha un bar (un "avabar" come lo chiama lui) con internet e Facebook. È al passo con i tempi e con la tecnologia; l'altro non ha nessuna smania di modernità, crede ancora che il PC sia un unico superstite del Partito Comunista, ecco quindi Gaspare che scalpita e Zuzzurro che recalcitra.
Prendendo spunto dalla realtà, cercando di trovare una nuova idea che possa far ridere in questo benedetto terzo millennio, lo spettacolo vira al sociale, denuncia a suo modo le incomprensioni tra i vecchi modelli e le nuove modalità. Così nascono situazioni paradossali tipiche della coppia comica e, tra una battuta e l'altra, cercano una chiave, un suggerimento, una password (tanto per essere tecnologici) per adeguarsi, per imparare a stare al passo con i tempi, per tenerci strette le nostre peculiarità umane, i nostri esilaranti difetti e i nostri incredibili pregi.
Ma quale è davvero l'idea nuova, il format giusto? Cosa funzionerà davvero e soprattutto cosa piacerà al nuovo spettatore ormai svezzato a tutto? Bisogna trovare la chiave giusta, passando prima in rassegna mille idee, ascoltando anche gli avventori del b@r che sono ormai succubi della televisione ("Scommetti che tutti sanno come sono le Tagliatelle di Nonna Pina??? Scommetti che tutti sanno Il Coccodrillo come fa??" chiede Gaspare a un Zuzzurro preoccupatissimo da quanto chi risponde abbia ancora diritto al voto!), per poi passare in rassegna ai grandi classici, dalla Divina Commedia di cui la diritta via "Senza il Tom Tom era davvero smarrita" a Biancaneve chiusa nella sua teca di vetro. Ma l'idea originale, alla fine, è sempre la più semplice. Sul finale, in scena appare Gaspare con quella che è l'idea, "Non serve tecnologia, serve solo un vecchio trench" proprio come facevano a Drive In per poter capire che, in realtà, "Il futuro è già passato, non è più come si credeva una volta!"

mercoledì 13 ottobre 2010

Omaggio a San Nasone




San Nasone. Se lo cercate nel Martyrologium Romanum non ne troverete traccia.

Questo però non vuole dire che non esiste. È un santo romano a cui i romani e i turisti sono molto riconoscenti e nelle calde giornate estive è sinceramente invocato e avidamente cercato. In città si manifesta spessissimo: può apparire in mezzo a una piazza, oppure in qualche angolo nascosto della vecchia Roma; a volte non si fa vedere subito, anche perché coperto dalle onnipresenti infestanti automobili, allora emette un gorgoglio per attirare l’attenzione e invitare il passante a cercarlo. Generalmente assume la forma di un cilindro di ghisa alto più o meno un metro alla cui metà sporge una protuberanza curvilinea dalla quale fuoriesce un nettare celestiale che il nostro santo, protettore degli assetati, distribuisce a piene mani: l’acqua di Roma, la “più bbona der monno”, sempre fresca e rinfrescante, saporita, disponibile e soprattutto “gratise”! Intorno a lui, nelle calde giornate estive, gente accaldata si accalca per ricevere il suo prezioso nettare. C’è chi riempie una bottiglietta, chi beve usando un bicchiere, chi mette una mano a conca e da quella beve. C’è infine il romano verace che, con l’aria di quello che “mo’ ve faccio vede io”, tappa il foro d’uscita dell’acqua e beve dallo zampillo che esce dal forellino posto circa a metà del “nasone”. Avrete tutti capito che sto parlando della mitica fontanella romana, “Er Nasone”, un dono della nostra città a tutta la varia umanità che ci vive, ci lavora o la visita.

martedì 12 ottobre 2010

Francesca Neri e il nuovo film di Pupi Avati


Per la terza volta insieme sul grande schermo: Francesca Neri è dall’8 ottobre in tutte le sale italiane con il nuovo film di Pupi Avati, Una sconfinata giovinezza al fianco di Fabrizio Bentivoglio.
Terzo film insieme, appunto, dopo La cena per farli conoscere del 2006 e Il papà di Giovanna nel 2008.
È l'attuale compagna di Claudio Amendola, con il quale a ha avuto anche un figlio, Rocco;
Nata a Trento, il 10 febbraio 1964.
Studia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e ottiene la sua prima parte nel 1987 ne Il grande Blek, regia di Giuseppe Piccioni.
In quel periodo comincia una lunga relazione con il produttore Domenico Procacci.
In seguito lavora nel 1988 in Bankomatt con Bruno Ganz e per Luigi Comencini nel 1989 in Buon Natale... buon anno ma si impone alla critica ed al pubblico grazie alla recitazione ed anche alla sua bellezza eterea ed al suo sguardo distante con il controverso Le età di Lulù (1990), regia di Bigas Luna, che la fanno conoscere anche al pubblico spagnolo.
Nel 1991 è la protagonista in Pensavo fosse amore, invece era un calesse di Massimo Troisi che le porta il primo Nastro d'Argento e negli anni successivi gira il non eccezionale Al lupo, al lupo di Carlo Verdone. È poi la volta di Sud del 1993 di Gabriele Salvatores, in cui è l'unica protagonista femminile ed il difficile Spara che ti passa con Antonio Banderas e la regia di Carlos Saura.
Successivamente lavora in commedie di Antonio Luigi Grimaldi, Alessandro Benvenuti e con ruoli più impegnati in La mia generazione di Wilma Labate nel 1996 e Le mani forti di Franco Bernini del1997.
Sempre in quest'anno interpreta Elena, la protagonista femminile di Carne trémula di Pedro Almodóvar e vince il secondo Nastro d'Argento come migliore attrice.
Successivamente ottiene dei buoni ruoli in Matrimoni di Cristina Comencini nel 1998 e l'anno successivo ne Il dolce rumore della vita di Giuseppe Bertolucci ed in Io amo Andrea di Francesco Nuti.
Nel 2000 lavora in produzioni americane con delle apparizioni in Hannibal di Ridley Scott (il seguito de Il silenzio degli innocenti), nella parte di Allegra, moglie dell'ispettore interpretato da Giancarlo Giannini, e in Danni Collaterali di Andrew Davis del 2001. In seguito gira alcuni film con registri stranieri (Hotel di Mike Figgis, Ginostra di Manuel Pradal).
Nel 2002 gira La felicità non costa niente di Mimmo Calopresti e l'anno successivo interpreta una presentatrice senza scrupoli in Il siero della vanità di Alex Infascelli.
Nel 2006 è impegnata nel film di Pupi Avati La cena per farli conoscere, con cui lavora di nuovo nel 2008 interpretando il difficile ruolo di Delia, madre di Giovanna in Il papà di Giovanna.
Da poco ha iniziato a lavorare come produttrice, debuttando con il film Melissa P.
Nel 1999 affianca Adriano Celentano nella conduzione della trasmissione Francamente me ne infischio su Raiuno, riscuotendo ottimo successo; l'anno seguente interpreta nel programma serale Alcatraz la ragazza di un personaggio virtuale condannato a morte in un carcere americano, programma che scosse l'opinione pubblica per le immagini mandate in onda.