giovedì 7 ottobre 2010

IL FONTANONE DEL GIANICOLO


Propongo un piccolo QUIZ ai miei (pochi) lettori.

Da dove è stata scattata la foto del “Fontanone” qui riprodotta?

Ovviamente non si vince niente, sola la soddisfazione di essere tra "color che sanno”!

Beh, intanto che ci pensate vi fornisco qualche notizia in modo che quando ci passerete davanti lo guarderete meno distrattamente.

Il Fontanone del Gianicolo è stato definito un insieme di scogli dominato da animali araldici; il Drago e l’Aquila presenti nello stemma dei Borghese sono onnipresenti, perfino i pilastrini che circondano la conca hanno effigiate aquile e draghi in ordine alterno, un particolare distintivo unico: nessuna fontana romana può vantare un simile primato.

La mostra dell'Acqua Paola, conosciuta dai romani come "Fontanone del Gianicolo", fu voluta da papa Paolo V Borghese non appena eletto al soglio pontificio. Paolo V pensò di restaurare le rovine ancora esistenti dell'Acquedotto Traiano, in modo da riutilizzare le molte parti dell’acquedotto che ancora erano in piedi, e quindi ricostruire solo i tratti mancanti. L'obiettivo era riportare l'acqua a Trastevere, ma anche rifornire il Vaticano e le fontane di piazza San Pietro. I lavori furono affidati a Giovanni Fontana e ci vollero tre anni prima che l'acqua zampillasse sul Gianicolo. Il prospetto monumentale del terminale dell'acquedotto, la “Mostra”, è ugualmente opera del Fontana che si avvalse della collaborazione di Flaminio Ponzio.

Il prospetto è composto da tre ampie nicchie centrali che sono fiancheggiate da altre due minori da dove sgorga fragorosamente l'acqua che si riversa nella sottostante enorme vasca di marmo, che fu fatta aggiungere da Alessandro VIII e fu realizzata da Carlo Fontana in sostituzione delle cinque piccole conche originarie. Al di sopra si eleva l'attico sormontato da una nicchia ad arco con lo stemma del papa sorretto da due geni alati. Nell’attico è posta una lastra marmorea per commemorare l'opera del pontefice. L'iscrizione contiene però una piccola inesattezza. Si afferma che per condurre l'acqua Paola fu restaurato l'antico acquedotto dell'acqua Alsietina, cioè proveniente dal lacus Alsietinus, attuale lago di Martignano, mentre fu quello dell'acqua Traiana proveniente dal lago di Bracciano..

Le avventure della fontana furono parecchie. Quando si fece la prova d’uscita dell’acqua questa venne fuori con tale violenza che ruppe la balaustra di marmo precipitando a valle; durante l’assedio di Roma del 1849 i francesi tolsero l’acqua e gli zuavi sfruttavano la capace conca, riparata com’era dal sole, per schiacciare il “pisolino” pomeridiano, ma si ritrovarono tutti a mollo quando il comandante, temendo che i patrioti potessero sferrare un attacco passando attraverso le condutture vuote, dette l’ordine di riaprire il flusso dell’acqua.

Un’ultima curiosità. I romani furono contenti dell’acqua Paola, ma incominciarono subito a “sfotterla”: erano abituati ad avere acque ferruginose, acidule, acetose e non gradivano questa acqua che non aveva alcun sapore, serviva solo a dissetare e a lavare, per cui coniarono subito il detto “è come l’acqua Paola” per indicare una cosa che non sa di nulla.

6 commenti:

  1. Non è stata scattata da dietro Regina Coeli?

    RispondiElimina
  2. Mi dispiace per il tuo sforzo ma la risposta è errata!

    RispondiElimina
  3. Dunque, considerato che sei molto in alto... forse da castelsant'angelo??? tanto non credo che sia giusto......

    RispondiElimina
  4. Rispondo a Momy: Giusta l'osservazione...sono in alto però non è Castelsantangelo. Ovviamente, rispondendo a Fabio, non è lungotevere, che è in basso.
    Piccolo aiuto: il posto si trova sulla riva sinistra del tevere

    RispondiElimina
  5. Rinuncio agli indovinelli,ma metto il sito tra i preferiti a scuola. la PROF

    RispondiElimina