giovedì 13 settembre 2012

ANTEPRIMA CINEMA

THE ICEMAN, dal festival del Cinema di Venezia per Photarts
 
Una storia vera, un killer, centinaia di morti e ghiaccio, quello dell’animo.
“The Iceman” era tra i film più attesi di questa 69esima edizione della Mostra di Arte cinematografica, e non ha deluso le aspettative.
Un cast stellare, che si compone di attori del calibro di Michael Shannon, Winona Ryder, Ray Liotta e James Franco, per una storia vera capace di gelare le vene. Ariel Vromen ne è il regista, che dopo due film di non eccezionale successo (“RX” e “Danika”), afferma così la sua bravura.
L’inizio del film lo fa sembrare la classica storia d’amore: c’è un lui, una lei, si incontrano e si piacciono. Due ragazzi normali dove gli atteggiamenti non sempre corrispondono ai sentimenti. Lui sembra distaccato, pur non avendo occhi per lei, che dal suo canto, pur ricambiando, si mostra schiva.
Richard e Deborah però si amano, si sposano e hanno due figlie. Eppure lo sguardo di Richard Kuklinski, non mente.
C’è qualcosa di distaccato, di “freddo”, un dolore che lacera la sua anima, che non gli da pace e che ben presto prenderà il sopravvento. Un desiderio di vendetta, che decide di assecondare quando viene assoldato da da Roy DeMeo, capo di una piccola ma pericolosa famiglia mafiosa, come sicario.
Richard Kuklinski uccide, ecco cosa fa. Lo stesso distacco che c’era all’inizio della sua storia d’amore, nel mostrare i suoi sentimenti, lo ritroviamo nei suoi omicidi. Uccide senza pietà. Una doppia vita ben delineata che fa emergere tutto il suo conflitto interiore. Da un lato amorevole, affettuoso e premuroso con la moglie Deborah e le figlie, dall’altra assassino.
E’ un’ambivalenza struggente che viene marcata sempre più durante il film.
La figura della famiglia diventa così la lettura per una via di fuga. Richard sogna una casa lontana da li, come sua moglie. Condividono il sogno di una vita nuova, dove per lui, il cambiamento è il cambiamento dell’anima.
Eppure nella storia prevale la biografia, la storia è reale e si “piega” alla cronaca. Nessun pentimento, nessuna redenzione. Solo dolore.
“The Iceman” è un film crudo, violento, forte nelle immagini e nelle intenzioni. Colpisce il dramma psicologico che inevitabilmente si cela dietro le grandi tragedie, e coinvolge.
A renderlo un ottimo film, la partecipazione di attori straordinari.
Michael Shannon è un magistrale Richard Kuklinski, spietato, glaciale, senza un attimo di esitazione, che nel descrivere il suo personaggio parla di una "personalità dissociata, derivante dall'infanzia fatta di violenza e soprusi: quando il dolore è così profondo che non puoi sopportarlo, trovi un mezzo per annullare te stesso". Perfetta anche Winona Ryder, che mostra una donna fragile, perfettamente complementare al protagonista. "E' una donna che sposta la polvere sotto le coperte, pur di non vedere – afferma l’attrice - Così ho seguito il suo esempio: ho strappato via le pagine del copione che descrivevano i misfatti del marito, per calarmi ancora meglio nei panni di chi non sapeva, e non voleva sapere".
“The Iceman” ha tutti gli elementi per essere un buon film, un thriller avvincente che accoglierà numerosi consensi

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