venerdì 28 settembre 2012

Le Belve di Oliver Stone

© Simona Gemelli
«È una storia di sopravvivenza - afferma il regista Oliver Stone, a Roma per il lancio del suo ultimo film 'Le Belve' tratto dal romanzo omonimo di Don Winslow -. Tutti fanno il loro gioco, ma a un certo punto si ritrovano costretti a compiere un salto in un’altra dimensione. Da 40 anni gli americani devono fare i conti con il problema della droga, spesso, però, si fa confusione nel decidere chi è il nemico, i cattivi non sono quelli che la usano, ma quelli che la spacciano». 
Personaggio chiave del film il sempre amato John Travolta che con il suo riconoscibile fare sarcastico afferma: «Il potere del cartello messicano della droga è illimitato e, a differenza della mafia, non risparmia nemmeno donne e bambini. Le guerre sono sempre alimentate dal denaro, questo è l’aspetto selvaggio della società in cui viviamo. E quando c’è una crisi economica tutto peggiora, perchè si pensa che i conflitti possano risolvere la situazione, e invece non è affatto così». 
Protagonista femminile la bella Salma Hayek che lancia un messaggio forte e deciso: «Non conosco una soluzione al problema del traffico di stupefacenti, ma spero che il film serva anche a far capire che ogni volta che si acquista droga, si partecipa a uno spargimento di sangue. Più che preoccuparci della violenza al cinema , dovremmo tenere gli occhi ben aperti e cercare di dare il nostro piccolo contributo. Se non riusciamo a capire che cosa sia utile per la comunità, tutti noi possiamo diventare selvaggi». Fieramente messicana Hayek spiega di conoscere perfettamente il fenomeno delle donne manager nel mondo del narcotraffico: «Ce ne sono tante, anche con ruoli dominanti, in genere sono diverse dai maschi perchè non sono influenzate dall’ego e tendono a evitare le guerre».
Che dire... "Le Belve si nascondono tra noi".

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