Puntuale come ogni anno, se piove o se c’è il sole, per le strade della Capitale si corre la Maratona di Roma, arrivata quest’anno alla 17^ edizione. In un clima caldo di tensione come in questi giorni, vedere tanta gente correre solo per spirito sportivo e di goliardia fa davvero bene allo spirito. Vedere gli atleti dell’Etiopia o del Kenia che, malgrado le loro difficoltà di ogni giorno per vivere e sopravvivere, riescono a trovare la forza per allenarsi e nella loro vittoria c’è il sorriso vero di chi ha vinto molto di più di una semplice medaglia, questo è vero animo sportivo, che va oltre ogni regola e ogni convenzione. Il vincitore degli uomini, Dickson Chumba Kiptolo, oltre alla medaglia, ha portato a casa un premio di ben 15.000 € lui, che con il suo fisico filiforme e che fa economia di sorrisi, è soprannominato “il giardiniere” perché, per poter correre, tagliava l’erba del vicino; oppure la vincitrice delle donne, Firehiwot Dado Tufa, che quest’anno sale sul podio della Capitale per la terza volta consecutiva e oggi ha voluto correre gli ultimi metri scalza, in omaggio al connazionale Abbebe Bichila, che vinse le Olimpiadi di Roma nel 1960 correndo senza scarpe, visto che l’anno scorso, vincendo in volata, non era riuscita a compiere questo gesto. L’emozione è negli occhi di Alex Zanardi, per la seconda volta torna in competizione con gli atleti diversamente abili in sella alla sua handbike, felicissimo di tornare a correre, anche se un po’ amareggiato del suo quarto posto (trionfò l’anno scorso) ma solo per problemi tecnici legati alla catena della sua bici che si è sganciata 4 volte, costringendolo pure a fare il meccanico in corsa. Altra emozione grande quando a tagliare il traguardo della prova non competitiva di 4km è stata l’olandese Monique Van Der Vorst, pluricampionessa del mondo e primatista mondiale di maratona in handbike, già vincitrice di due edizioni della Maratona di Roma (2007 e 2008), ma che quest’anno, dopo 13 anni passati su una sedia a rotelle, ha recuperato l’uso delle gambe e ha voluto correre nella categoria dei normodotati. Queste sono le emozioni che solo lo sport, nella fattispecie l’agonismo, possono dare, tutto questo vale davvero una levataccia in una tranquilla e fredda domenica mattina, tutto questo vale l’emozione di vedere 16000 partecipanti che corrono su via dei Fori Imperiali e vedendoli dall’alto per noi del pubblico non hanno né nome né cognome, non sappiamo quanti anni abbiano o cosa facciano nella vita ma hanno tutti in comune la voglia di esserci, per mettere via, per un attimo, tutti i problemi che ognuno si porta dietro ogni giorno
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