domenica 13 novembre 2011

LA TOSCA...DAL CINEMA AL TEATRO!

“Intorcinati dentro a ‘na bandiera, foco de libertà che abbrucia er core” è questo il sottotitolo che Renato Greco ha voluto dare alla sua versione teatrale del film Tosca di Luigi Magni del 1973, prendendo spunto da uno dei brani più famosi del film. La pellicola, anche se non è forse la più conosciuta, dipinge sicuramente uno spaccato di Roma in un periodo storico molto importante quale l’inizio dell’ottocento. L’azione si svolge in una giornata molto importante: il 14 giugno 1800, il giorno della battaglia di Marengo, con la vittoria della quale Napoleone si assicurò l’entrata in Italia. Mario Cavaradossi (interpretato da Michele Carfora), pittore e giacobino, sta dipingendo una Maria Maddalena per la chiesa di Sant’Agnese quando scopre, nascosto proprio nella chiesa e vestito da donna, Cesare Angelotti (Sebastiano Vinci), prigioniero politico appena fuggito da Castel Sant’Angelo. Condividendone le idee politiche Cavaradossi aiuta il prigioniero, conducendolo nella sua casa fuori Roma. Contro di loro ci si mette il reggente della polizia romana, il barone Scarpia (Carlo Ragone). Il Cavaradossi però deve anche barcamenarsi con l’amore geloso e possessivo della cantante Floria Tosca (Francesca Nunzi) che, suo malgrado, contribuirà ad ingarbugliare la questione: dopo averla seguita nel cuore della notte, Scarpia trova il rifugiato che piuttosto che costituirsi si suicida e il barone può arrestare il pittore, condannandolo a morte. Scarpia, però, bramoso di desiderio anche lui per Tosca, le propone un patto: simulerà l’uccisione di Cavaradossi se lei gli si concederà; Tosca, però vuole comunque un salvacondotto per scappare dalla città e, non appena Scarpia firma, l’astuta donna lo pugnalerà alle spalle. Tosca corre dal suo amato ma scopre, suo malgrado, che la promessa fatta da Scarpia era solo un trucco: Cavaradossi viene fucilato e a lei non resta che gettarsi dai bastioni di Castel Sant’Angelo. La versione teatrale in scena al Teatro Greco fino al 1° maggio non ha assolutamente nulla da invidiare al film. Gli attori sono tutti molto “in parte”, perfetti nei loro personaggi. Un meritato applauso va a Carlo Ragone che con la sua voce in falsetto nelle canzoni e con le sue rapide battute, sempre precise e puntuali, riesce a creare uno Scarpia da manuale della perfidia ma rendendolo in alcune pennellate anche quasi umanizzato. Vera rivelazione, senza nulla togliere a Michele Carfora che ben conosciamo per le sue doti di cantante e ballerino, è Francesca Nunzi, ottima attrice e davvero ottima cantante, con una movenza e una disinvoltura sul palco da non far rimpiangere affatto il ruolo di Monica Vitti, rendendo la sua Tosca molto simile all’originale, nei modi e nelle maniere, oltre che nel timbro vocale, perfettamente a suo agio nei costumi, oltre che nei panni, della Vitti. Bravissimi tutti, compagnia e corpo di ballo compreso, una trentina di personaggi che si destreggiano sul palco del Teatro Greco, dove un’eccellente scenografia, interamente costruita e dipinta a mano, che non smentisce le aspettative. Uno spettacolo che merita di essere visto, in occasione, peraltro, dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ma anche per celebrare la dedizione e la fatica che richiedono portare avanti una rappresentazione come questa per oltre tre mesi, perché ogni tanto a teatro ci si può anche emozionare non solo per una trama ricca ma anche per la bravura di chi non ne fa un semplice lavoro ma soprattutto una grande passione.

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