Ridere fa bene alla salute, una risata allungala vita…. Tutte frasi fatte? Forse, ma sicuramente assistere allo spettacolo “Il matrimonio può attendere” in scena fino al 23 gennaio al Teatro dei Satiri è sicuramente una bella terapia contro la depressione e lo stress lavorativo. Per il settimo anno consecutivo, la coppia Diego Ruiz-Francesca Nunzi porta in scena una commedia allegra e davvero divertente,dove i due affiatatissimi attori raccontano con minuziosità scrupolosa le gioie e i dolori del sesso, dei rapporti di coppia, del matrimonio e di tutti quei piccoli e grandi interrogativi che sembrano affliggere i trentenni di oggi. È una notte di luna piena, due giovani percorrono in macchina una strada di campagna molto isolata, discutono animatamente e all’improvviso finiscono fuori strada, andando a finire in una scarpata. Oddio, siamo di fronte a una commedia noir?? Assolutamente no! Il preciso e pignolo Diego inizia a inveire contro la sua amica Francesca per il suo modo di guidare, per essere distratta come tutte le donne al volante e lei inizia a puntualizzare quanto sia difficile guidare con un pignolo precisino che in ogni momento ti grida nell’orecchio“Attenta qui, attenta là…”.Così i due iniziano dapprima a insultarsi a vicenda cercando quanto prima una soluzione per uscire fuori da quell’assurda situazione e soprattutto cercano una soluzione per farsi tirare fuori dalla scarpata. L’intesa tra i due attori trapela da ogni loro battuta ed espressione, dimostrando in primis la grande dote di improvvisazione di entrambi, capaci di ridere in scena e riprendere a recitare come se nulla fosse di fronte a uno schiaffo dato con maggior veemenza.“Ormai il copione ci è talmente entrato dentro”, ci dice Francesca Nunzi l’attrice che sarà protagonista a febbraio della versione teatrale della Tosca di Luigi Magni, “che ogni sera ci mettiamo del nostro, spesso andiamo avanti come due vecchi amici che iniziano a prendersi in giro a vicenda, tralasciando quello che è il vero copione.” Ad avere la peggio è il povero Ruiz che viene accusato continuamente di essere maschilista, ignorante e cafone contro il gentil sesso e che viene continuamente picchiato in scena. “Povero Diego”, dice sempre Francesca Nunzi “lo gonfio davvero di botte, lo scuoto continuamente e spesso gli faccio davvero male. In scena non può certo reagire ma poi, appena può, si vendica con qualche cattiveria in più”. Intanto la discussione continua sempre più all’insegna dei luoghi comuni dedicati ai contrasti che intercorrono tra il “sesso debole” e il “sesso forte”, in quelli che sono i diversi punti di vista tra i due sessi sul matrimonio, i figli…. Allora è meglio single che male accompagnati? Una donna a trenta anni la chiamano signora anche se non porta la fede al dito solo perché è vecchia? Un uomo è solo per scelta come dice o perché è gay o non ha le dimensioni giuste? Dopo i trenta anni una donna ha l’orologio biologico che fa Tic-Tac e deve spicciarsi a fare un figlio anche se in giro ci sono tutti sfigati che non hanno assolutamente il senso del dovere come padri? Insomma, circa 1 ora e mezza in cui veniamo travolti da una valanga di battute frizzanti e cariche di ironia, dove noi stessi ci sentiamo tutti chiamati in causa, uomini e donne che annuiscono ad ogni affermazione di Diego o di Francesca, e tra una risata e l’altra echeggia un sottile brusio del pubblico che incolpa il povero partner seduto accanto: “Ha ragione, è proprio come te, sono gli stessi difetti che hai tu!”.
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