domenica 13 novembre 2011

Il padre e lo straniero

Possono due uomini, così diversi e lontani, diventare grandi amici al punto di mettere a repentaglio la propria vita per aiutare l’altro? La risposta è sì, se la loro unione nasce da un dolore, forte e intenso che li accomuna. Il “padre” è Diego (Alessandro Gassman), un impiegato, sposato con Lisa e una vita familiare tutt’altro che tranquilla: tra i due c’è un muro, creato inconsapevolmente dalla nascita, sei anni prima, del piccolo Giacomino, un bambino con una grave malformazione psicomotoria, a cui Diego non riesce ad abituarsi, ha quasi paura di toccarlo, non riesce ad interagire completamente con il piccolo mentre Lisa, ancora molto giovane e bella, si è dedicata totalmente alla cura del piccolo, annullando ogni tipo di rapporto sia con il marito, freddo e lontano, che con il mondo che le ruota intorno, vittima di una quotidianità quasi monotona, pesante, appiattita. Lo “straniero” è Walid (Amr Waked), è arabo, veste molto sciccoso, ha la macchina con l’autista ma anche lui ha un grande dolore dentro: il suo bimbo, Yusef, ha una malformazione ancora più grave di Giacomino, ma a differenza di Diego, lui ha una totale devozione per il piccolo, è la luce dei suoi occhi, farebbe qualsiasi cosa per quel piccolo bimbo malato.I due si incontrano al centro di riabilitazione dei loro figli e, uniti da questo immenso dolore, diventano amici. Walid porta con sé Diego nel suo mondo, lo porta al bagno turco e nei posti più strani, tra feste arabe e universi di una Roma parallela e orientaleggiante, ma al tempo stesso “insegna” a Diego a non avere paura del diverso, dell’altro ma ad amare comunque tutto ciò che lo circonda. Grazie proprio a questa amicizia così diversa Diego sembra ritrovare se stesso e l’amore per la vita, per la moglie e anche per il piccolo Giacomino, improvvisamente non si sente più estraneo di quel mondo “diverso” ma ne diventa parte integrante e attiva. Walid diventa quindi per Diego fondamentale per questa sua rinascita al punto che, quando l’arabo sparisce misteriosamente insieme al figlio e i Servizi Segreti sembrano volerlo scovare a ogni costo, lui stesso mette a repentaglio la sua vita, la sua famiglia pur di andare alla ricerca dell’amico, pur di scoprire cosa si nasconde dietro al suo mondo misterioso. Un film vero, concreto, che è al tempo stesso un thriller ma ha anche un sentimento e un pathos tali da coinvolgere emozionalmente il pubblico. Alessandro Gassman, in conferenza stampa, ha confessato che deve molto a questo film, che si riconosce soprattutto nel percorso di autoconsapevolezza di genitore che il film racconta, e che sicuramente questo lavoro gli ha dato molto più come uomo che come attore.

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