lunedì 14 novembre 2011

IL CESTINO DELLE MELE

24 ore in un carcere... un tempo lungo, infinito, che sembra durare un’eternità! Non si mangia se non bucce di patate, si piange e si ride, ci si dispera per ciò che c’è fuori di quelle fredde quattro muro, per ciò che si è lasciato fuori dal carcere. Tre donne condividono una cella. Tre donne così diverse ma così uguali: Margherita, ebrea, che per amore del suo Arturo è diventata addirittura fascista, un uomo ricco che le faceva fare la signora, la portava in giro per Roma con la sua bella macchina e non le faceva mancare nulla. Un amore traditore, però, poiché il bell’uomo si è fatto trovare a letto proprio con la cugina! Un attimo e Margherita ammazza tutti e due… “Mi hanno trovata due giorni dopo, ancora sdraiata accanto ai loro corpi insanguinati”… C’è Rita, donna del popolo, che è finita anche lei qui, al carcere delle Mantellate per la borsa nera, pia e religiosa che ogni mattina recita il suo rosario e intanto si dispera per il marito, portato via dai fascisti e forse morto, con due figli che l’aspettano, forse, ancora a casa. Il suo dolore è immenso, non sa nulla di ciò che c’è fuori e la sua vita, la sua famiglia, potrebbe essere ormai distrutta: “L’unica cosa per cui vale la pena di vivere è la famiglia tua, non c’è libertà se non hai una famiglia tua!” Poi c’è Giovanna, giovane studentessa presa mentre manifestava a San Pietro, che vive di libri e di sogni, che ogni giorno aspetta alla finestra il suo fidanzato, che arrivi anche solo per un minuto a portargli qualche notizia dal mondo esterno. A sconvolgere questo precario equilibrio arriva Vera, partigiana gappista, che portava a Roma le bombe da piazzare a San Giovanni con la sua bicicletta,tenendole in un cestino di mele, ma il cui ruolo è ignoto a tutte le altre… Chi è, cosa fa, perché è qui? È ferita, cosa ha fatto? Sarà un avido direttore del carcere a metterle tutte contro tutte, promette a una di loro una mela, una bella e succosa mela, per chi rivelerà la vera identità dell’ultima malcapitata…. Chi tradirà le compagne?? La verità, la libertà in cambio di una mela… in carcere, all’alba della liberazione degli americani, una mela È la libertà, una piccola, piccolissima fetta di piacere e di gioia mentre lacrime amare rigano il volto delle altre.Quattro donne a confronto, che scambiano conversazioni dal tono colloquiale, come se fossero quattro amiche intorno a un caffè ma che poi, un attimo dopo, il tono della loro voce cambia, si fa forte e aggressivo, urlano tra loro e non mancano discussioni che sfociano spesso in aggressioni verbali forti. Le donne sono la raffigurazione umana della realtà di quei giorni, un tempo che sembra lontano da noi ma così vivo ancora nella mente di molti, una realtà fatta di mille sfaccettature e mille sofferenze.Scritto e ben interpretato dalle quattro protagoniste: Claudia Crisafio, Cecilia D’Amico, Federica Seddaiu, Maria Scorza, tutte diplomate all’Accademia D’Arte Drammatica Silvio D’Amico, si mostrano al pubblico con una interpretazione intensa, credibile e molto forte, in unico spettacolo breve ma d’effetto, come un lungo monologo, dove si mette a nudo quella che è stata la sofferenza vera, difficile, vissuta, per sottolineare che, a volte, il non dimenticare serve a non essere schiacciati da un altro terribile male che è l’ignoranza!Lo spettacolo fa parte dell’iniziativa del Teatro Vittoria “Salviamo i Talenti”, dove giovani compagnie si “sfidano” per ottenere qualche data in cartellone per la prossima stagione del grande teatro… E credo che, a mio modestissimo parere, questo spettacolo meriterebbe davvero di avere uno spazio degno di questo nome.

Nessun commento:

Posta un commento