domenica 13 novembre 2011

La festa


Una festa, il trentacinquesimo compleanno di Giovanni, un gruppo di amici che puntualmente si ritrova anno dopo anno a festeggiare lo stesso compleanno. Si conoscono da sempre e le loro vite si sono intrecciate più volte tra varie vicissitudini. Il festeggiato tarda ad arrivare, qualcuno è già ubriaco, qualcuno è già annoiato ma tutti passano per “la stanza dei cappotti”, dove tutti lasciano giacche e borse e dove tutti si rifugiano per isolarsi un po’ dal caos della festa: c’è chi attacca bottone, chi si ritocca il trucco, chi cerca di sedurre approfittando della stanza appartata. Noi, in realtà, non vediamo nulla della festa se non delle ombre che si animano dietro un telo bianco. Vediamo solo gli incontri fugaci in questa stanza. Ogni avventore ha la sua dose di problemi, specchio di inquietudini dei giovani trentacinquenni, a metà strada tra la recente adolescenza e la prossima maturità. C’è la lesbica che cerca in tutti i modi di evitare la corte di un amico ubriaco, che anche quest’anno, proprio come l’anno precedente, cerca di abbordarla senza aver capito le attitudini sessuali dell’amica, con le stesse parole e con la stessa insistenza; c’è la neo mamma, stufa di notti insonni e stufa di fare la mamma-latteria a tempo pieno dopo solo 2 anni e mezzo, stufa di un marito che la trascura preferendo le attenzioni e le avance dell’amica russa. C’è l’ubriaco di turno, che non riesce ad avere una donna fissa trovando solo donne sbagliate ma innamorato solo della luna, che preferisce ubriacarsi ad una festa per non vedere i suoi veri problemi, ma c’è anche chi si imbuca alla festa, un prete medico con i dubbi di coscienza per non aver potuto salvare una madre moribonda. Perfino il festeggiato, quando arriva, ha poca voglia di trovarsi nel suo appartamento invaso da mille persone, amici ma al tempo stesso estranei, che non capiscono che forse, a lui, di festeggiare non va proprio, che vive in una casa ancora precaria come la sua vita, con ancora scatoloni e pacchi, che preferisce fingersi essere qualcun altro e inventarsi qualcosa sulla sua ipotetica vita con uno sconosciuto, piuttosto che raccontare qualcosa di piatto e senza senso della sua vera vita.Un quadro non semplice con tinte forti, dove forse in qualcuna di queste nevrosi potremmo immedesimarci anche noi, dove forse ognuno di noi sente di fare proprie le inquietudini dell’uno o dell’altro protagonista. Un testo originale di Michela Andreozzi, diretto da Georgia Lepore, con Alberto Basaluzzo, Fabrizia Sacchi, Giorgia Wurth, Giorgio Marchesi, Federico Tocci, Anna Ferzetti e Gabriele Sabatini. “La Festa è un puzzle di persone che ho incontrato”, dice la stessa autrice, “un racconto di sentimenti che ho spiato, frammenti di conversazioni a cui ho assistito oppure ho partecipato. È il polso attuale di una situazione che conosco, il battito cardiaco di una generazione che si sente inutile, e forse lo è: inutile e sofferente, ma ancora viva”.
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